SETTEVITE Grinta, rabbia, adrenalina. Tre parole per definire il sound dei Settevite, rock-band italiana con una spiccata propensione alle chitarre che graffiano. «Come il nuovo singolo», ci racconta Jan. «Si chiama Delirium 2000... L'abbiamo registrato con gli Extrema ed è la ghost track dell'ultimo album, Sottovuoto. Questa canzone è un po' il nostro cavallo di battaglia. Era nel primo demo e anche nel cd d'esordio. Nella nuova versione ha un arrangiamento completamente diverso». In circolazione dal '93, i ragazzi si sono costruiti un seguito fedele macinando decine di concerti in ogni angolo d'Italia. Alcuni in piccoli club, altri addirittura negli stadi. «Eravamo i supporter di Ligabue a San Siro. C'erano anche Negrita e Gang. Ma l'esperienza più entusiasmante risale a pochi mesi fa sulpalco del Monza Rock Festival. Abbiamo visto molti ragazzi che cantavano Libera l'anima, il primo singolo... E poi è una grande emozione suonare sullo stesso stage di Skunk Anansie o Nine Inch Nails». Dopo sette anni di gavetta, siete in attesa del grande botto? «Tra le canzoni di Sottovuoto abbiamo deciso di promuovere quelle più rock. Anche perché ci interessa crescere su basi solide». E gli spunti musicali? «Ascolto dai Korn a Carmen Consoli», spiega la vocalist Leila. «Le teen band, invece, mi fanno sorridere. Sarà perché da ragazzina ero cotta dei Duran Duran...». «Io, invece, ero un metallaro convinto», prosegue Jan. «Però mi piacevano anche i Depeche Mode. Quando andavo con la loro T-shirt ai live dei Sepultura o dei Machine Head mi guardavano storto. Poi sono caduti gli steccati... Meno male: io detesto le etichette. Se mi chiedono che genere facciamo rispondo "alternative". È una definizione generica che accontenta tutti».