Famoso è esattamente uguale al film-documentario omonimo, una sberluccicante confezione di nulla cosmico, che mai, in nessuna occasione, riesce ad andare oltre la marchettata di lusso col VIP americano di turno. Ripetiamo, può anche star bene così. Sfera nella sua assoluta inconsistenza è comunque estremamente onesto, e dà esattamente quello che promette. Allora ecco l’ultimate blockbuster-macedonia produttivo: c’é la chitarra crepuscolare di Abracadabra che ricorda vagamente lo Sciroccodi Murubutu e Rancore (chiaro, solo a livello produttivo, e scusate se li tiriamo in ballo in questa sede), c’è il reggaeton da discount di Baby prodotto dal generatore automatico di J Balvin, c’è il plasticotto pseudo punk-rock “emizzato” à la Machine Gun Kelly di Hollywood con Diplo a costruire una melodia che quantomeno funziona, e via così, di traccia in traccia, senza sussulti. Sono 39 minuti, una brevità paradossalmente desolante. Perché ci lamentiamo sempre degli album playlist tagliati per Spotify da 20 tracce che fanno due palle così, e giustamente ci accontentano con un album playlist tagliato per Spotify che si ferma a 13 pezzi non perché ha il dono della sintesi, ma perché le idee sono troppo poche per arrivare al format solito.