Sulla cresta della nuova onda(ta) di heavy metal americano (ciò che per comodità viene abbreviato NWOAHM) surfano con sicurezza ormai da qualche anno quei navigati lupi di mare dal nome Shadows Fall: dopo aver chiuso il rapporto con la Century Media grazie alla pubblicazione di "Fallout From The War" - un mix di inediti, b-sides e covers - rieccoli in questo 2007 andare ad aggiungersi al sontuoso catalogo Roadrunner con "Threads Of Life", quinto full-length in carriera. Il thrash metal è - come sempre - il genere principale di riferimento: la forza degli Shads è però quella di risuonare quantomai attuali grazie ad un'accattivante propensione per melodie potenti ed intense utili a modernizzare una ricetta a tratti ruffiana, aprendo così il suono a differenti palati musicali e finendo spesso confinati erroneamente nella non adeguata etichetta metalcore. Con "Threads Of Life" appare tuttavia evidente l'intenzione della band di aggiungere qualcosa al proprio repertorio senza prendersi rischi eccessivi e mantenendosi saldamente legati a ciò che il marchio Shadows Fall ha significato fin ora. Non c'era da attendersi una rivoluzione stilistica, e di fatto rivoluzione stilistica non v'è stata: la maggior parte della tracklist è infatti esattamente ciò che dagli Shadows Fall ci si attendeva e che nemmeno il cambio di label poteva scalfire, ossìa quel thrash metal melodico senza segni di vecchiaia al quale si accennava pocanzi, giostrando con un riffing pomposo, accelerazioni taglienti, atmosfere melodiche ma intrinsecamente rabbiose, chorus accattivanti, assoli sparsi, testi introspettivi. Le differenze dall'ottimo "The War Within" vanno ricercate specialmente nella minor violenza generale in favore di canzoni più ragionate, meglio studiate ed accuratamente costruite che donano al disco un buon potenziale: i brani, pur non essendo particolarmente innovativi, risultano ben suonati e complessivamente ben riusciti ("Redemption", "Venomous" e "Forevermore" su tutti). La novità principale deriva dalla ballad prettamente acustica - con fugaci sprazzi elettrici ad evitarne un'eccessiva melensità - "Another Hero Lost", dedicata al cugino del vocalist Brian Fair, militare americano scomparso in Iraq. Anche "The Great Collapse" replica l'esperimento acustico, ma con il suo 1:36 di durata esclusivamente strumentale può quasi esser considerato poco più di un intermezzo allungato. "Threads Of Life" è quindi un buon album (peccato per l'orribile artwork e per lo scarno booklet) che non delude affatto le aspettative aprendosi ad una potenziale fetta più estesa di pubblico grazie alla sua maggiore accessibilità; non c'è dubbio che il livello del pluriacclamato "The War Within" viene solo parzialmente sfiorato, ma non c'è altrettanto dubbio che questo sia un album il cui acquisto è caldamente consigliato. www.shadowsfall.com