SHANNON WRIGHT Violente, escoriate e vibranti, le sue esibizioni dal vivo scuotono pesantemente; ogni volta è uno schiaffo fortissimo. Il 2001 è anche l'anno dell'uscita di Dyed in the Wool, il suo terzo album solista e il primo in Francia per Vicious Circle. Un disco che mescola chitarra elettrica e organo Wurlitzer, passione e depressione e che soprattutto ammalia grazie ad una voce spinta all'estremo come se da questa dipendesse la vita stessa; un cuore lacerato, un'anima da torturare.. Meno oscuro di Flight Safety (1999) e del pungente Maps of Tacit (2000), Dyed in the Wool rivela una personalità incandescente, forte e fragile al tempo stesso. In parte prodotte da Steve Albini, le canzoni di Shannon esprimono i cupi stati d'animo di una giovane donna la cui vita è fuori controllo. Il palco è allo stesso tempo il suo elisir e la sua terapia. Con Over the Sun (2004) prosegue la collaborazione con Steve Albini e stavolta il risultato è un album rock ruvido ed abrasivo reso però dolce da un pianoforte che prende il volo; inoltre, la voce di Shannon, potente e calda e così eclatante, non presenta più sistematicamente quelle intonazioni dissonanti che potevano mettere a disagio. La situazione dunque si risana e nell'autunno dello stesso anno l'incontro con Yann Tiersen sfocia nell'album sobriamente intitolato Yann Tiersen & Shannon Wright e nella piccola ma eccezionale serie di concerti dei due musicisti. Shannon torna alla vita sociale ed è felice. Si dice che un bambino porti la pienezza, che attiri tutte le attenzioni e che modifichi l'essenza stessa delle nostre riflessioni. C'è senz'altro qualcosa di tutto questo nella nuova immagine che ci manda Shannon Wright nel 2007. Let In the Light è l'album di una certa maturità, riflesso di una vita che si è placata senza per questo essersi del tutto riordinata, fuori dal business della musica ma che non si sacrifica e ripiega su se stessa. Registrato ad Atlanta con il suo vecchio complice Adam Baker, Let In the Light sorprende per la sua profondità e la sua ricchezza. La predominanza del piano avvolge gli undici pezzi di una malinconia felpata e bagnata di luce, come bene esprime il titolo del disco. Shannon continua a convivere con i suoi dubbi e le sue pene che libera nei testi. Ma i tumulti burrascosi delle chitarre elettriche lasciano adesso il posto a delle melodie fresche e a dei ritmi più regolari. Per la prima volta Shannon condivide una visione del mondo meno funesta, ora che l'Amore cercato per così tanto tempo si è installato a casa sua. www.knowwave.com/shannonwright