POST-KRIEG: Il disco, il concept, la guerra dei princìpi A volte ci si imbatte in un testo accantonato per mesi a causa di una sorta di timore reverenziale, e poi, un giorno, capita di perdercisi letteralmente dentro, e di scoprire in esso più chiavi della propria mente di quante nessun professionista dell'inconscio sarebbe stato in grado di fare. Il conflitto (Krieg) cui Simona Gretchen fa riferimento nel titolo dell'album è così da associare, più che ad una guerra combattuta con le armi, ad una sorta di guerra dei princìpi artaudiana, essendo proprio l'”Eliogabalo” (di Artaud) il testo cui si accennava. Essere esteta o asceta, libero o schiavo, uomo o donna, conservare la memoria del proprio sé o (dis)perderla: tutto ciò caratterizza questo conflitto, proprio di chi cammina sul crinale che separa due abissi opposti. E questo è il dissidio che percorre tutto il disco. I rimandi letterari principali, per lo più indiretti, sono, oltre al già citato Artaud, a Jung e Nietzsche, ma anche a Ellroy, a Palahniuk e al saggio “Contro la teoria standard della comunicazione” del professor Nanni.