Skúli Sverrisson e Óskar Guðjónsson sono tutt'oggi tra i più importanti musicisti islandesi, con all’attivo una serie di partecipazioni prestigiosissime in ambiti musicali tra i più disparati. Negli anni più recenti direttore musicale di Laurie Anderson, Skúli ha lavorato accanto a leggende del free jazz e vere e proprie icone della musica rock, da Lou Reed a Ryuichi Sakamoto, da Chris Speed ai Blonde Redhead. Il loro album in duo, The Box Tree, mai presentato in Italia, ne sottolinea - qualora ci fosse ulteriormente bisogno - il grande talento. La musica di questo unico e originale combo è decisamente senza etichette: sconfina nella musica da camera e nella musica sacra ma con un tocco profondamente intimistico e una originale capacità di reinterpetare la tradizione nordica. The Box Tree è tutto questo assieme, sapientemente miscelato con grande sensibilità e un'abilità strumentale non da poco. Non a caso la copertina, originale fin dal packaging, rappresenta la mappa antica e dettagliata di un territorio non identificabile. Tutto il disco si basa sul dialogo tra i due musicisti: Skuli alla chitarra e basso, a tessere una trama ritmica e reiterata fin quasi all'ossessività ritualistica, eppure con suoni timbricamente classici ed eleganti; e Oskar al sax tenore, suonato in modo ostentatamente espressivo, con abbondanza di soffiati, di accentature e modulazioni, ma sempre sotto traccia, senza mai alzare la voce e senza alcun virtuosismo, solo per esprimere con la voce il senso di un racconto. Perché alla fine The Box Tree è un racconto di trentaquattro minuti, suddiviso in dieci miniature; un racconto intimo e ricco di pathos, dal sapore giustamente nordico, reso vivido e interessante soprattutto dalle voci che lo narrano.