Solindo vivono e suonano a Jesi (AN) e sono quattro studenti universitari che si conoscono dall’infanzia. I quattro hanno alle loro spalle diversi anni di scuola musicale e hanno inoltre militato in diversi tentativi di band locali. I quattro amano suonare e sono aperti a tutte le sfumature che colorano il rock. Francesco(voce/chitarra), Gabriel(chitarra) e Stefano(batteria) suonano insieme per la prima volta in occasione della nascita di un gruppo-tributo ai Pearl Jam (Mookie Blaylock). Nell’arco di un anno Il gruppo colleziona una decina di serate nei dintorni per poi decidere di smetterla con le cover e iniziare quindi a scrivere pezzi inediti. Dopo un paio di cambi di formazione, il gruppo(che al momento si chiama brainstorm) realizza una registrazione di otto pezzi in lingua inglese. Il risultato di questo pseudo EP non soddisfa troppo le aspettative del gruppo che di lì a poco compie due svolte significative: l’entrata al basso del definitivo Massimo e il passaggio alla lingua italiana, per quanto riguarda i testi delle canzoni. “SOLINDO” è il nome del gruppo (nato alla fine dell'estate 2005) che oltre ad essere molto musicale, almeno a parere di Massimo e Francesco, è il nome di un personaggio della loro città tanto poeta quanto ubriaco. Le influenze musicali derivano dai Pearl Jam quanto dai Negrita , dai Perturbazione a Ligabue, ma i gusti dei quattro sono talmente molteplici che sarebbe riduttivo accostarli ad un gruppo solo. Il ritornello, nelle loro canzoni, in genere corrisponde ad una apertura rispetto ad una strofa che non vede l’ora di lanciarlo. Le parole tentano di rincorrere la musica, non trattano mai un racconto o la storia di qualche personaggio, ma sono soltanto la scarna descrizione di varie immagini accostate. Questa tipologia di scrittura dei testi non è scaturita da una scelta iniziale, i Solindo vorrebbero raccontare delle storie, ma non essendone capaci presentano come testo il tentativo mal riuscito. Della storia quindi, rimangono solo delle immagini frammentarie mentre il resto tratta soltanto della difficoltà di scegliere le parole giuste al momento giusto, la volontà di descrivere qualcosa in maniera poetica senza usare parole che “non diresti mai”, la consapevolezza di non saper inventare niente, l’ironia e il rimpianto col sorriso. Le parole, nelle canzoni, diventano quindi una simpatica ossessione di chi non sa come usarle rispetto alle situazioni. I pensieri precedono altri pensieri anziché discorsi. Lo sguardo è l’unica cosa che rimane che non da troppi (pseudo) problemi. I Solindo non cercano i problemi, partono proprio da lì. www.solindo.it www.myspace.com/solindo