Robin Proper-Sheppard e la sua band Sophia Collective (da poco rinominata anche Sophia 2.0) sono pronti a tornare in Italia per presentare il loro nuovo album intitolato “Holding On / Letting Go” (The Flower Shop Recordings / PIAS) L’album è stato registrato contemporaneamente a un lungo e acclamato periodo di frenetici spettacoli dal vivo (tra cui il tour che ha visto Robin Proper-Sheppard condividere il palco insieme ai Giardini di Mirò), per celebrare il ritorno di “As We Make Our Way (Unknown Harbors)” nella sua versione live e per portare dal vivo la formazione Sophia 2.0 formata da Sander .
I Sophia sono la creazione del cantante e chitarrista Robin Proper-Sheppard, la mente dietro l’altra band di culto God Machine, formata insieme ai compagni di scuola Jimmy Fernandez (basso) e Ron Austin (batteria) che, nel momento in cui sembrava essere l’apice della sua carriera è stata stroncata dalla morte prematura di Jimmy nel maggio 1994 a causa di un tumore al cervello mai diagnosticato.
Prima di riformare subito un’altra band, Robin decise di focalizzarsi prevalentemente sulla sua label indipendente, The Flower Shop Recordings, producendo diversi artisti inglesi compresi gli Elevate. Tuttavia, la voglia di Robin di incidere la sua musica e suonarla dal vivo era ancora molto forte e fu una spinta decisiva alla formazione dei Sophia verso la metà degli anni ’90. Componendo un misto di alt-pop, folk ed elettro-rock Robin ha pensato di usare il nome Sophia per quelle che pensava essere le sue produzioni di “basso profilo” ma che vennero accolte come se fosse un nuovo e sorprendente materiale dei God Machine. Durante questo periodo uscirono i primi due album dei Sophia, “Fixed Water” del 1996 e “The Infinite Circle” del 1998 e al quale parteciparono anche altri artisti della The Flower Shop Recordings. Nel 2001 esce il live album “De Nachten”, seguito dalla pubblicazione di “People Are Like Season” del 2004 su Slang City/EMI ed è il primo disco ad uscire per una major. Questo è il periodo in cui la band riscuote il maggiore successo grazie al singolo “Oh my love”, in rotazione radiofonica e presente in diverse classifiche europee. Sempre nel 2004, dopo il primo tour europeo, esce un album di rarità chiamato “Collections:One” a cui seguiranno “Technology Won't Save Us” nell’ottobre 2006 e “There Are No Goodbyes” nel 2009. Dovranno passare sette anni prima della pubblicazione di “As We Make Our Way (Unknown Harbours)” nel 2016 a cui è seguita, l’anno dopo, la pubblicazione di una versione live.
Verstraete, Jesse Maes e Bert Vliegen, nonché il batterista e percussionista di lunga data Jeff Townsin. Questa formazione e la sua incredibile capacità di orchestrare la quiete più silenziosa e il rumore più assordante, è stata ampiamente applaudita e apprezzata sia dai fan dell’ultima ora che da quelli di lunga data, che hanno potuto apprezzare la band per ben quattro tour europei.