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Cercare di proporre qualcosa di originale è sempre più difficile. Fra la miscellanea di generi sotto cui vengono etichettate le band di oggi si rischia sempre di finire in un calderone preciso, anche se si risulta ben lontani da una classificazione che sia tale.

Beh, i Soundsick, band di Fabriano sulla scia dell’alternative/post rock (giusto un’etichettatura per rendere l’idea!) sono pieni di idee innovative e spunti interessanti. Con un album alle spalle – “Astonishment” – e qualche video in circolazione, come Loneliness o il più recente CH3CH2OH, i Soundsick non temono nessun giudizio e danno sfogo alla propria libertà creativa senza remore.

Qualche tempo fa, la band di Fabriano ha fatto tappa qui in Versilia al Corsaro Rosso, dove li abbiamo conosciuti insieme ai Rusty Blues Propellers.

“Astonishment” è il vostro ultimo lavoro. Qual è il concetto che sta dietro all’album?
Significa “Stupore“. La vita in sé è fatta di situazioni, sensazioni, vibrazioni, questo nostro ultimo lavoro è basato sul concetto dell’essere meravigliati da tutte quelle energie che ci girano intorno, ma non solo su questo pianeta, nell’universo in sé e tutto quello che gira intorno ad esso! L’album è una denuncia esistenziale che riguarda il profondo che c’è in ognuno di noi. Avere il coraggio di prendere in mano una situazione, affrontarla, prendere le proprie ragioni e organizzare il proprio tempo senza pensare troppo alle cose materiali, perché le cose materiali si ricreano, ma il tempo non te lo ridà nessuno!

Il vostro ultimo video CH3CH2OH ha come tema portante l’alcool ed i suoi effetti. Come mai avete deciso di approfondire su questo argomento?
Lo Stato si diverte a vendere alcolici, nell’innocenza più totale, come si vendono le caramelle ai bambini, ma con la netta differenza che un bambino nella caramella ci vede la vera felicità, invece chi è un consumatore abitudinario di alcolici, vede in esso un’apparente felicità, ma in realtà si trasforma in una via di fuga dalle proprie paure.
Con il passare del tempo l’alcool può incoraggiarti ad essere te stesso ma lo stato d’animo si amplifica al punto tale da non farti più distinguere quello che in realtà sei.
Ci dicono che bere è sbagliato, ma coloro che dicono ciò sono gli stessi che ce lo vendono (e non ci riferiamo ai baristi chiaramente!). Vogliamo cercare di far riflettere su un sistema che piano piano sta portando all’autodistruzione tutte le persone che hanno un carattere debole. Al giorno d’oggi si pensa più ad avere che ad essere, e chi ci governa a quanto pare pensa più alle sue tasche, invece che al benessere quotidiano di cui abbiamo veramente bisogno.

Quale tipo di “scena musicale” risiede nei pressi di Fabriano e nelle Marche in generale?
A Fabriano risiedono diversi tipi di scene musicali che spaziano da Hip Hop, Reggae, Rock, Metal fino ad arrivare al Liscio! Questo vale anche per le Marche in generale, ma purtroppo molti gruppi della scena non riescono a trovare i giusti spazi per poter dar libero sfogo alle proprie passioni.

Durante i vostri live abbiamo visto alcuni interscambi di strumento. È una cosa piuttosto originale, come riuscite a gestirli?
Nella band siamo due fratelli e suoniamo insieme da quando siamo piccoli. Abbiamo avuto sempre voglia di imparare a suonare più strumenti possibili, quindi se il batterista (Alexander Onibokun) scrive un pezzo, imbraccia la chitarra e suo fratello maggiore (Ilario Onibokun) si mette alla batteria per accompagnarlo! Il tutto viene poi condito dal basso (Valentino Teodori). È così da sempre e fortunatamente la situazione viene da sé nel modo più naturale possibile.

Tornando al vostro album, la produzione suona parecchio “vera” e con pochi ritocchi del mestiere, insomma senza particolari suoni compressi, suoni di cui sono dotati gran parte degli album odierni. Che cosa ne pensate della tecnologia in via di sviluppo per quanto riguarda la parte dedicata al recording?

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