SPEARHEAD Chocolate Supa Highway (Capitol) Era ora. È tornato il signor Michael Franti da San Francisco, California, con i suoi Spearhead. A pensarci bene, è la prima volta che realizza due lavori con lo stesso gruppo. Il primo disco lo ha realizzato con i Beatnigs, acerba formazione industriale che ci ha regalato un classico come “Television,” lo stesso pezzo con cui si sono presentati i Disposable Heroes of Hiphoprisy, secondo progetto di Franti, a metà strada fra il rap militante di Public Enemy e KRS One, e le pulsioni rumoristiche degli stessi Beatnigs. Chi ha avuto occasione di vederli dal vivo, gli Hiphoprisy, sarà sicuramente rimasto colpito dalla grande energia che avevano sul palco, ma anche dalla capacità di attingere a più fonti musicali, di passare con disinvoltura dall'hip hop (quasi) hardcore al soul, dal rumorismo al ragga all'interno dello stesso pezzo. Così, quando è uscito Home, primo lavoro degli Spearhead, nessuno si è stupito della svolta in chiave decisamente soul del gruppo. O meglio, del recupero di certi aspetti della Black Music che sembravano dimenticati, persi per sempre. Pensateci, dopotutto l'ha fatto anche Chuck D nel suo bellissimo album solista. Per non parlare dei Fugees. Chocolate Supa Highway è il secondo disco degli Spearhead, e questo rappresenta di per sé un avvenimento. Con questo disco, Franti continua ad esplorare la Black Music in tutte le sue forme. Ma il suo, più che un esperimento, sembra un vero e proprio viaggio verso il continente africano. Non a caso il disco si apre con un pezzo come “Africa On Line,” quarantaquattro secondi che servono al gruppo, e all'ascoltatore, per viaggiare nel modo più veloce ed economico che ci sia: Internet, per una volta la Chocolate Supa Highway dell'informazione. Accendiamo computer e modem, digitiamo numero del server, login e password, e aspettiamo. Qualcosa accadrà di sicuro: in questo caso, sessantaquattro minuti di Black Music totale: soul, reggae, rap, grooves caldi e profondi, archi, rime ispirate e militanti, ritmo, impegno e spiritualità. Le tredici tracce (più due pezzi skit) che compongono Chocolate Supa Highway si mantengono tutte su un livello molto alto. Mi sembra giusto, però, citare quegli episodi che riescono ad elevarsi al di sopra degli altri: "Chocolate Supa Highway" (forse il groove migliore dell'intero disco), "U Can't Sing R Song" (immaginate Curtis Mayfield che fa una cover di Gil Scott-Heron arrangiata da Isaac Hayes), "Tha Payroll (Stay Strong)" (il testo più bello, il pezzo che preferisco), "Comin' to Gitcha" (incedere lento e ammaliante, voci femminili in primo piano, atmosfera decisamente sexy), "Wayfarin' Stranger" (strano episodio a metà strada fra il reggae e il country, in cui fa capolino la voce di Joan Osborne; ho letto decine di recensioni di Chocolate Supa Highway, ma non l'ho scoperto finché non ho ascoltato il disco - cos'è, qualcuno si vergogna del fatto che Michael Franti abbia scritto e cantato un pezzo con quella di "One of Us?...") e soprattutto "Water Pistol Man (Chocolate Mix)," che chiude questo secondo lavoro degli Spearhead così come chiudeva il primo (e unico) degli Hiphoprisy. Nel modo migliore, direi. Filippo Perfido