ADMEA - Spine di Rock La vena della scuola pop-progressive italiana ha continuato negli anni a generare nuove leve che non sono mai andate, però, al di là di una riproposizione aggiornata del vecchio marchio di fabbrica, quello sì interessante e coraggioso. Ma sono passati venticinque anni e non mi sembra tanto azzeccato farsi ritrarre ancora con il copricapo da giullare. Certo l'abito non fa il monaco, e se il binomio vincente chitarre/voce a tratti può anche funzionare l'intero approccio strumentale non lascia intuire nuovi futuri sviluppi. Che dire allora di questo demo in cui gli Admea ripongono le loro speranze? Di certo non li risparmia una sorta di mal sottile che s'insinua nelle pieghe di un genere che non va oltre consolidate convenzioni. Il quintetto fa lustro di ottima preparazione tecnica, ma alla fine la musica è dominata da preziosismi virtuosistici fini a se stessi che presentano all'ascoltatore la solita sintassi di un rock che non sembra avere margini di miglioramento. Francesco Battisti.