Il titolo e il progetto nascono nel 2014 da una cervellotica riflessione sulla teoria del caos chiamata in maniera riduttiva "effetto farfalla”: “il minimo battito d'ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo”.
Partendo da questo concetto abbiamo voluto tracciare un parallelo tra questa teoria e il nostro stile musicale: come una singola azione, seppur piccola, può influenzare imprevedibilmente il futuro, i nostri suoni melodici e delicati, con la giusta dinamica, possono esplodere in sonorità più potenti e indefinite.
“A Storm From A Butterfly" è una raccolta di canzoni che ha come filo conduttore l'imprevedibilità della vita anche davanti ad un'apparente monotonia e staticità che scaturiscono da esperienze autobiografiche e non. La vera svolta si può avere acquisendo coscienza di se stessi e dei propri limiti, prendendo definitivamente una posizione, nonostante questa porti ad una rinuncia.
are chi non vuol essere salvato a meno che non sia troppo tardi... così scegli la tua strada e arrivederci, qualcuno soffrirà per aver infranto promesse che erano scritte nel tempo”. Se vuoi essere un "eroe" e fare la differenza bisogna prima di tutto imparare a salvare se stessi e successivamente chi ci circonda, altrimenti tutto sarà inutile.
Il disco è stato registrato al Crono Sound Factory di Vimodrone, grazie alle preziosissima collaborazione alla produzione, mixer e master di Simone Sproccati, il quale non solo ha messo a disposizione la sua esperienza, ma ha pure collaborato come direttore artistico del progetto, suonando anche i tappeti di tastiere in alcune canzoni.
Track-by-track:
"Second Circle" riprende in chiave moderna il secondo girone dantesco, quello dei lussuriosi, citando tra le righe la travagliata storia d'amore tra Paolo e Francesca: “Dio perdoni i nostri pensieri sporchi e non importa se teniamo gli occhi chiusi”.
"Freak Show" parla della routine quotidiana “alzati, muoviti, un altro giorno inizia, lavati gli occhi, metti un sorriso, scegli sempre la via più facile, esci, fai in fretta prendi un posto, mettiti in coda, lei ti ha dato una possibilità, era forse fasulla, ma una possibilità comunque e per favore nessun rimborso, nessun reclamo”. La via più facile è adeguarsi, adagiarsi, lasciarsi avvolgere dalla calda coperta di una vita piatta, monotona, sostanzialmente infelice e senza elevati picchi emotivi. Invece la possibilità te la danno quelle occasioni di cambiamento in meglio che la vita può concedere. E' facile adagiarsi su una vita monotona lamentandosi delle sfortune e dimenticandosi che spesso siamo noi gli artefici della nostra felicità.
In a "A Place To Belong" emerge la costante ricerca di un posto al quale appartenere, sia fisico sia metaforico, una persona cara, una casa.
In "Burn Up The Flag", la canzone più scanzonata dell album, esplode il desiderio di lasciarsi dietro i problemi della vita di tutti i giorni riscoprendo se stessi in un giorno di ordinaria e bonaria follia.
L’atmosfera in "Alice + The White Rabbit" si fa più sognante, prendendo spunto da “Alice Nel Paese Delle Meraviglie”. Nel brano emerge il desiderio di evadere dalla realtà: Alice e il Bianconiglio sono la metafora di un incontro tra spiriti affini che riescono a fuggire dalla quotidianità, scoprendo di non essere soli nella loro unicità.
“Final Season” prende spunto dal film "I Ponti Di Madison County" di e con Clint Eastwood, una storia d'amore tra un fotografo e una donna sposata, che inaspettatamente non ha il lieto fine, in quanto la protagonista con una scelta che lascia spazio a spunti e riflessioni, decide di restare con il marito e i figli per mantenere unita la sua famiglia.
Non è dato conoscere i pensieri del protagonista maschile nel momento dell'addio, abbiamo provato a immaginarli, “io ricordo il tuo viso… ho rubato una tua foto e sei cosi bella come la prima volta che ti ho visto… e il tempo passa, amore, e i tuoi bimbi diventeranno grandi, ma il tuo cuore è stordito una vera fortuna per me e per te, non puoi chiamare questa "merda" vita, tiriamo tutti a campare… e lasci i nostri sogni morire ed è colpa mia, ed è colpa tua”.
La canzone finale del disco è "Think Tank”, una storia d amore ambientata in un mondo apocalittico, fatto di strade polverose, carcasse di auto e aerei dove riposare.
Crediti
Prodotto, registrato, mixato e masterizzato al Crono Sound Factory a Vimodrone (MI)
Tracklist
1. A Storm From A Butterfly
2. Second Circle
3. Freak Show
4. A Place To Belong
5. Burn Up The Flag
6. Alice + White Rabbit
7. Final Season
8. Think Tank
Line Up
Vincenzo Firrera - voce, chitarra
Tommaso Angelini - voce, chitarra, basso in studio
Stefano Caniati - batteria, cori
Alessandro Caniati - basso live
SPLEENERS
Milano // Indie Rock
Alienanti, melanconici, sagaci, naif, in impudente e perenne stato alterato della percezione, gli Spleeners sono solo gli ennesimi occhi sul mondo, degli osservatori mai troppo seri ma mai troppo scanzonati, che guardano come è vivere nel 21° secolo, senza indagare in maniera asettica ma semplicemente vivendo o non vivendo la loro vita.
Cantano di angoscia esistenziale, delle relazioni tra le persone, di amori finiti o mai iniziati, di routine e sorprese giornaliere, di sogni e spirito di rivalsa, delle contraddizioni del vivere, delle sue ingiustizie, delle sue sconfitte e vittorie, dei suoi eroi e degli eroi falliti, non pretendendo di avere tutte le risposte, ma per sopravvivere al noioso logorio della vita moderna.
Gli Spleeners si formano verso agli inizi del 2012.
Ogni musicista proviene da un background musicale differente, che varia dall’indie brit-pop passando per il rock e il punk.
Poco tempo dopo la formazione, la band poteva contare già 13 canzoni nel repertorio, cosa che portò all'autoproduzione della prima demo, nell'attesa di poter registrare un lavoro più definito, professionale e più vicino alle sonorità e alle potenzialità della band.
Successivamente vengono aggiunte 4 canzoni al repertorio, frutto di nuove ispirazioni e dell'affiatamento raggiunto.
Nel Marzo 2017 uscirà il loro primo album "A Storm From A Butterfly"