L’album di debutto degli Squid è il risultato di cinque persone che sono state in grado di incanalare tutti i loro pensieri, la loro energia e la loro creatività in una sola cosa: creare un album di portata e ambizione imponenti.
Il gruppo – composto da Louis Borlase, Oliver Judge, Arthur Leadbetter, Laurie Nankivell e Anton Pearson – si è incontrato a Brighton nel 2015 durante l’università. Legati dall’amore per l’ambient ed il jazz, hanno iniziato a suonare insieme in un jazz café locale. I loro gusti si sono ampliati così come le loro capacità, e presto i suoni propulsivi della Germania degli anni ’70 si sono imposti nel palato già eclettico della band attraverso il loro EP di debutto, “Lino” del 2017.
Un anno dopo seguì il singolo ‘Terrestrial Changeover Blues (2007-2012)’ e con esso arrivò un’altra progressione attraverso suoni confusi ed ipnotici. The Dial’ si dimostrò un momento di svolta per la band, avvicinandoli al loro produttore Dan Carey (Black Midi, Fontaines DC, Kate Tempest, Franz Ferdinand) e la sua etichetta Speedy Wunderground. ‘Houseplants’ – un’esplosione frenetica di post-punk e kraut-jazz frastagliato – ha poi fatto schizzare la band in testa alle classifiche nel Regno Unito. Fu inserito nella A-list di BBC Radio 6Music, seguirono tour e festival da urlo, da SXSW a Glastonbury, così come la stampa sempre più entusiasta The Guardian, NME, The Face, The Quietus e innumerevoli altri.
Lavorando di nuovo con Carey e la sua etichetta, hanno pubblicato l’EP Town Centre, che Pitchfork ha descritto come “una dichiarazione senza limiti”. Questo senso di illimitatezza, progressione infinita e perpetuo movimento in avanti continua nel loro debutto per Warp. L’etichetta è la casa perfetta per la band e il loro continuo spirito sperimentale, che condividono con i pionieristici artisti elettronici che sono stati nel roster nel corso degli anni. La musica degli Squid è stata spesso un riflesso del mondo tumultuoso in cui viviamo e questo continua in qualche modo. “Bright Green Field” ha creato un paesaggio urbano immaginario”, dice Judge, che scrive la maggior parte dei testi. “Le tracce illustrano i luoghi, gli eventi e l’architettura che esistono al suo interno. I progetti precedenti erano giocosi e riguardavano i personaggi, mentre questo progetto è più scuro e più interessato al luogo – la profondità emotiva della musica si è approfondita”. Con tutti i membri della band che ricoprono un ruolo vitale e uguale, questo album è il risultato di cinque teste che operano come una sola. “Stiamo tutti attraversando diverse fasi della nostra vita come band e come individui, quindi questo contribuisce all’eclettismo che è insito in quello che facciamo”, concludono.