È considerato uno dei più rilevanti musicisti della scena indipendente italiana con una storia artistica affollata di eventi ed esperienze sia come solista sia in gruppo. Nasce nel 1959 a Los Angeles ( USA); nel 1966 si trasferisce in Italia, a Torino; si avvicina alla musica nel 1973, imparando da autodidatta a suonare il sax, la chitarra e a cantare. Dopo alcune esperienze iniziali nel 1982 è tra i fondatori dei Franti, "forse il più importante gruppo underground degli anni ottanta in Italia" (Enzo Gentile e Alberto Tonti, Dizionario del Pop-Rock, Baldini & Castoldi, 1999). Definire i Franti risulta ancora oggi molto arduo: fondamentalmente potrebbe essere definito un gruppo hardcore-folk aperto al jazz, alla ricerca e a mille altre componenti; certa è la sua attitudine al punk: ma in pratica i Franti restano inclassificabili. Si tratta in definitiva di un vero e proprio laboratorio dove un moto trasversale, attraversando musica, politica e vita, si dirige verso una ricerca "oltre" l'esiguo recinto dell'esistenza. Nel corso degli anni sono diventati un gruppo di culto sia per la loro produzione musicale, sempre ad alti livelli, sia per il modo di essere e presentarsi: il baricentro è costituito dalla autogestione e dalla autoproduzione, l'ambiente naturale sono i centri sociali e le feste libertarie in tutta Italia. Intorno ai Franti si è creato un alone di mistero, che il tempo non fa che accrescere. I Franti si sciolgono nel 1987, ma dalla loro storia originano nuove esperienze, in costante espansione centrifuga, nelle quali convergono quasi tutti i componenti del gruppo (oltre a Giaccone citiamo la cantante Lalli): nascono così gli Environs, gli Orsi Lucille, gli Howth Castle, gli Ishi. Inoltre, dal 1990 al 1993, Stefano collabora con i Kina, una delle bande punk italiane più note; dal suo incontro col pianista Claudio Villiot nasce nel 1995 il jazz-reading Corpi sparsi, grazie al quale Stefano ha l'opportunità di lavorare per due anni al Teatro dell'Elfo di Milano nello spettacolo Addio papà respiro, dedicato al poeta della beat generation Allen Ginsberg. Finalmente nel 1997 Stefano pubblica Le stesse cose ritornano (on/off), il suo primo lavoro solista, sotto lo pseudonimo di Tony Buddenbrook. Da qui (ri)parte la sua carriera di cantautore, costellata di numerose collaborazioni in Italia ed all'estero, seppure svolta all'interno della scena indipendente. Dopo Tutto quello che vediamo è qualcos'altro (2003) e Una canzone senza finale (2004), realizzato insime a Mario Congiu, nel 2006 Stefano pubblica Tras os montes, cominciando così la collaborazione con le nostra etichetta. Il lavoro viene registrato in Galles e la produzione artistica è curata dallo stesso Giaccone e da Dylan Fowler, artista noto nel campo folk-jazz internazionale. Nel 2007 esce Come un fiore, un disco che affronta una tematica piuttosto difficile, quale la morte. Il lavoro alla fine si rileva una vera e propria opera collettiva alla quale partecipano numerosi musicisti e amici di Stefano, tra i quali Airportman, Gigi Giancursi e Tomi Cerasuolo dei Perturbazione, Arturo Garda, Ale Malaffo (Gusci di Lumaca), Dylan Fowler. Del 2009 è Vipers songs (Canzoni viperine), un disco pensato e scritto interamente in inglese, insieme al commediografo e attore Peter Brett, registrato presso lo studio di Dylan Fowler, che ne ha curato la direzione artistica. Vi hanno partecipato, in qualità di musicisti, oltre che lo stesso Dylan, Frankie Armstrong, Max Brizio, Gillian Stevens, Margaret Brett, Aite Tinga, Dave Newell, Cheryl Christopher. Nel 2010 ha visto la luce Il giardino dell'ossigeno (Stella*nera), contenente alcuni inediti più cover di Dylan, Eddie Veder e Ligabue. Il disco è stato registrato a Norbello (Oristano) con (così recitano le note di copertina) "due programmi craccati sul pc, senza microfoni, né niente". Nonostante il trascorrere degli anni, il cammino di Stefano è da sempre guidato dall'indipendenza morale e materiale, che rendono sincero e sensibile l'artista. www.myspace.com/475561530 www.facebook.com/giaccone1