Steve Forbert per presentare il suo nuovo disco "Flying at Night", prodotto da Anthony Crawford, storico collaboratore di Neil Young, Steve Winwood e Dwight Yoakam. Steve Forbert è stato capace di raggiungere la meta agognata con determinazione e quel pizzico di spavalderia che non guasta mai, nonostante quel faccino da bravo ragazzo che si ritrovava. Classe 1954, Steve Forbert giunge a New York dal Mississippi nel 1976 e comincia ad esibirsi per strada o alla Grand Central Station, suonando la chitarra e l’armonica in cambio di pochi spiccioli. Senza paura e con la faccia tosta del ragazzo esploratore che arriva dalla campagna, entra in contatto con la scena al CBGB, si fa conoscere tra i locali del Greenwich Village ed esplora curioso la gente tra le fermate della metropolitana. Tutte esperienze che confluiscono nell’album di debutto "Alive On Arrival" (1978), insieme a sogni e qualche accenno di malinconia. Un disco folk che lascia il segno, tanto da spingere la critica a ritirare fuori dalla naftalina quell'adesivo ‘nuovo Dylan’ caduto un po' in disuso, con la colla ormai secca e consumata dal tempo, ma che nei primi anni settanta andava tanto di moda e si appiccicava bene un pò su tutti. Già, Dylan: in quegli anni è tutto e il contrario di tutto, fuorché un folk singer. Legittimo ritirare fuori gli sticker dal cassetto. Se ne accorge immediatamente la Nemperor Records (sotto etichetta della Epic) che mette Steve sotto contratto, anche se i paletti li pianta il determinato Forbert: "…nel disco suono la mia musica!" E così va. Dentro a questo debutto c'è il limpido futuro di un ragazzo che è capace di ripetere a stretto giro la formula per un altro disco, "Jackrabbit Slim" (1979) -uno dei migliori dischi di cantautorato americano degli anni settanta- cambiando anche le carte in tavola e trainato dal successo del brano Romeo's Tune. Steve suscita un vivo interesse pubblico con un brano folk-pop in un periodo in cui va esaurendosi l’interesse generale per i cantautori alla Dylan mentre Talking Heads, Blondie e altri atti New Wave e punk si affacciano con forza alla ribalta. I critici si entusiasmano ai testi poetici di Forbert e alle sue melodie coinvolgenti, e la folla al CBGB lo porta in trionfo. "…Non sono mai stato interessato a cambiare quello che faccio per adattarmi alle tendenze emergenti", osserva Forbert, "…ripensandoci, stavo contribuendo a mantenere viva una particolare tradizione in un momento in cui non era al centro dell’attenzione" - una tradizione che da allora ha visto una fiorente ripresa, fino ad evolvere nell’attuale genere Americana.
In quasi 40 album pubblicati, Forbert ha collezionato un lungo elenco di canzoni indimenticabili e album quali "Streets of This Town", "The American in Me", "Mission of the Crossroad Palms" e "Just Like There's Nothin' to It" che sono vere e proprie pietre miliari. E’ stato nominato per un Grammy Award nel 2004 ed è stato inserito nella Mississippi Musicians Hall of Fame nel 2010.