Chitarrista e songwriter di Brooklyn, Steve Gunn è un musicista in continuo movimento, dedito sia alla rivisitazione della canzone americana che a progetti di natura più sperimentale. Dopo essere stato il fulcro dei Violators di Kurt Vile, Gunn si è costruito una solida e affermata carriera solista, pubblicando, su Paradise of Bachelor e da qualche anno su Matador, diversi dischi nei quali (omaggiando figure di riferimento come Michael Chapman e Robbie Basho) si muove con naturalezza tra psych-rock metropolitano, country-folk agreste e soul-pop raffinato. Spicca, tra questi lavori, Other You (Matador, 2021), prodotto dal veterano Rob Schnapf (Beck, Elliott Smith, Cass McCombs, Kurt Vile). Continuamente on the road, Steve Gunn porta sui palchi di mezzo mondo le diverse anime della sua musica, tenute insieme dalla sua chitarra, ora acustica ora elettrica: un repertorio song-oriented, un progetto più sperimentale e astratto in cui sonorizza Visions in Meditation #1-4 (1989-90) di Stan Brakhage e le esplorazioni soniche con i tanti musicisti citati. «Dopo aver scoperto l’opera di Stan Brakhage quando studiavo cinema, i suoi film sono sempre stati per me un’infinita e liberatrice fonte di ispirazione. Essendo lavori non narrativi, Brakhage li definiva spesso ‘musica visiva’. Le Visions in Meditation risuonano profondamente dentro di me con la loro combinazione di paesaggi e di coscienza sognante. Mi onora accompagnare dal vivo la poesia visiva di queste importanti visioni di Brakhage» (Steve Gunn)