IGGY POP & THE STOOGES Raw Power (Columbia) Era opinione condivisa da molti che quel Raw Power che nel 1973 sancì l’epilogo della ruvida epopea degli Stooges - non rendesse pienamente giustizia alla garage-band di Detroit. L’impressione generale era quella di trovarsi di fronte a brani davvero brillanti a livello compositivo purtroppo penalizzati da una produzione troppo patinata e da un missaggio discutibile che appiattiva sia la voce dell’Iguana sia i riff al fulmicotone di James Williamson. Anche canzoni eccellenti come Search & Destroy, Gimme Danger e Raw Power - probabilmente tra le cose migliori di tutti i tempi uscite fuori dalla penna di Mr James Osterberg - apparivano scialbe e senza nerbo specie se paragonate alla potenza devastante e deflagrante di brani come T.V. Eye o I wanna be your dog. Insomma quello che avrebbe dovuto rappresentare l’album “definitivo” di Iggy e compagni, dopo gli eccellenti The Stooges (1969) e Fun House (1970) si era rivelato un disco a tratti incompiuto per via delle opinabili scelte produttive del Duca Bianco che non era stato capace di conferire, a delle pur belle canzoni, la “carica adeguata”. Oggi a distanza di 24 anni, pressato dalle richieste di fans, amici e dalla sua stessa insoddisfazione sulla qualità finale del lavoro, Iggy Pop assieme ai fidi Danny Kadar e Bruce Dickinson è tornato in studio per remixare le 8 tracce di Raw Power. Di qui il desiderio di approntare quest’opera di maquillage. In realtà il risultato finale fuga qualsiasi dubbio circa il sospetto di una mera operazione di “chirurgia estetica”. Raw Power 1997 è a tutti gli effetti un “nuovo album” degli Stooges, con molta probabilità il vero disco che l’ensemble avrebbe voluto realizzare 5 lustri or sono se non si fosse lasciato troppo prendere la mano dal signor Bowie. Provate a confrontare le nuove versioni di Penetration, Search & Destroy e Gimme Danger con quelle originali, e vi accorgerete voi stessi di come queste tracce - grazie all’ottimo lavoro dell’Iguana e dei suoi collaboratori - possano ora liberarsi in tutta la loro potenza: la sezione ritmica pesta come un treno, le chitarre lacerano con i loro riff devastanti e la voce di Iggy riacquista le sue sfumature malate e depravate. Credetemi in dischi come questo risiede l’essenza più genuina e seducentemente primordiale del rock’n’roll. Chi ha orecchie per intendere non se lo lascierà sfuggire, gli altri ahimè, continueranno tranquillamente a deturpare i propri apparati auditivi con la spazzatura techno-punk(?!) dei Prodigy.