SUSSAN DEYHIM Madman of God-Divine love songs of the Persian Sufi Masters Sussan Deyhim ha una storia importante che induceva ad aspettarsi il massimo per questo suo disco solista: originaria dell'Iran e amante della danza, si trasferì prima in Europa e poi a New York, impossibilitata al rientro in patria dopo la rivoluzione islamica a causa delle ferree regole imposte dagli integralisti. In questi pellegrinaggi, grazie alle sue enommi doti vocali, entra in contatto con diversi musicisti di valore, dai personaggi di punta della scena radicale newyorchese a mostri sacri come Peter Gabriel, Adrian Sherwood, Jah Wobble, Richard Horowitz (il fedele compagno di strada con cui ha diviso alcuni dischi), Bill Laswell, Hector Zazou, partecipando anche a interessanti progetti collettivi come il recente Hashisheen. Richard Horowitz e anche uno dei prestigiosi collaboratori di Madman of God, insieme ai vari Will Calhoun, Glen Veletz, Dave Soldier, Regge Workman, solo per citare i più conosciuti a queste latitudini. Madman of God e un'escursione piena di nostalgia, un'opportunità per ricongiungersi con la propria cultura. Il materiale scelto, come sottolinea la stessa autrice nelle note interne, è una collezione di classiche melodie della tradizione persiana, costruita intorno alla poesia dei maestri Sufi dall'XI° al XIX° secolo, pezzi mandati a memoria attraverso generazioni, presentati in maniera personale cercando di carpirne l'essenza. Ovviamente un lavoro intriso di spiritualità e devozione, molto legato alla tradizione (anche nel parco strumenti), talvolta arricchito da un raffinato uso dell'elettronica, disco ipnotico e trascendente, istintivo e passionale. La verita è che Sussan ha generato degli affreschi sonori sempre e comunque a servizio di quella splendida voce, sempre e comunque evocativa e coinvolgente anche se una maggiore componente di rischio sarebbe stata ben gradita.