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TALES OF MURDER AND DUST

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TALES OF MURDER AND DUST
★★★
I Tales Of Murder And Dust, nome evocativo che rimanda a mistici immaginari folk, o apocalyptic-folk se preferite, sono un sestetto danese che ha stupito per l’ottima qualità del loro primo EP, 'Peyote': lenti fiumi sonori dall’anima ancestrale. I ragazzi iniziano a suonare nel 2007 e da allora aprono i concerti di Black Angels, Crystal Stilts, Wooden Shjips. Nel 2012 esce 'Hallucination Of Beauty'.
Dicono di ispirarsi alla musica surf e alle colonne sonore Spaghetti Western. Se nell’esordio quello che stupiva era la qualità e il gusto con cui tessevano melodie folk a forti tinte psichedeliche, con 'Hallucination Of Beauty' i nostri accendono la miccia dello shoegaze e la detonazione che ne consegue ha il sapore dei deserti dell’anima, dolcissimi e letali: tappeti di noise dilatati, violini trasfigurati, le tastiere e il sitar a rieccheggiare un oriente irraggiungibile, e le voci salmodianti a narrare, nell’etereo nulla, leggende ormai perdute. Voci e suoni di fantasmi che si rincorrono in lunghe e lente progressioni, ascendendo verso chissà quale cielo. L’atteso debutto sulla lunga distanza è una sicura prova di maturità musicale.
Il brano di apertura 'The Disillusion' è un’affascinante intro ambientale; subito il sitar si impone come ingrediente “segreto” del suono della band. 'Hypnotized Narcissist' entra nel vivo, portando l’atmosfera su toni quasi epici, vero e proprio inno folk-shoegaze, in cui chitarra e sitar sviluppano un magnetico raga che ci ipnotizza fino a metà brano, quando la chitarra si fa più decisa portando l’eterea melodia vocale a nuove altezze lisergiche. Con 'On My Mind' si continua con la stessa ricetta, chitarra e sitar a guidare il rito, con sporadiche percussioni e voci effettate, ma qui la sensazione ha una certo sapore di rock classico. Tornano in mente i Pink Floyd di 'A Saucerful of Secrets'. Segue 'Dead Eyes', in cui si percepisce totalmente l’influenza dell’immaginario Western. Chitarra, basso e batteria forniscono una perfetta intelaiatura su cui si stagliano il cantato serico e il sintetizzatore che volteggia distante, creando un suono irresistibile. 'When She Takes a Hold of You' prosegue con lo stesso tiro, quasi a voler completare un racconto interrotto. E l’epilogo ha un sapore sinistro, quasi funereo, inevitabile, per poi sciogliersi nel brivido di una cavalcata folk a ripulire come pioggia le tracce di polvere. Poi è la volta di 'Desert Flower', gemma psichedelica di una bellezza sfolgorante, a chiudere un ideale trittico. Un fiore è nato nella seppur onnipresente desolazione: con 'Silence' assistiamo infatti alla rarefazione del suono che pare ascendere in un’alba accecante, sostenuto da un giro di chitarra e batteria simile a un lento e dolcissimo grido di vittoria, per poi svanire tra evanescenti cori angelici. 'Darlin’ 61' è tetra e spoglia, perfetta per i titoli di coda di un film Western. La musica dei Tales Of Murder And Dust ha una struttura estremamente cinematica; tutti gli elementi sono amalgamati con gusto, senza eccessi, con una sorprendente padronanza dei mezzi espressivi. Per questo a fine ascolto forse avvertirete un gusto amaro: il dispiacere che la 'visione' sia già terminata. Esattamente come un buon film. Rimane solo una domanda: è l’inizio di una folgorante carriera, o solo una solitaria vetta faticosamente raggiunta? L’album è disponibile su Bandcamp con donazione facoltativa (!). Si meriterebbero mille euro a canzone, ma lascio che sia la vostra coscienza a decidere.

I componenti sono: Kathrine Kaspersen (violino, voce, tastiere), Kasper Lund Resen (percussioni), Jacob Korsgaard Jensen (batteria), Kristoffer Vilsgaard (voce, chitarra), Christian Sinding Soendergaard (voce, chitarra), Simon Toftdahl Olesen (basso).

TALES OF MURDER AND DUST è presentato in Italia da el borracho bookings

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