L’annuncio arriva a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione del suo secondo album Sahar (Communion Records), che arriva a quattro anni di distanza dal clamoroso successo internazionale Amir (Communion Records). Nato nell’appartamento di Tamino ad Anversa e sostenuto da collaboratori tra i quali il bassista dei Radiohead Colin Greenwood, il producer PJ Maertens e il batterista Ruben Vanhoutte, Sahar è un album potente che miscela folk arabo e indie rock sperimentale con arrangiamenti orchestrali. In Sahar Tamino rivisita l’oud arabo – lo strumento prediletto di suo nonno Muharram Fouad, uno dei più famosi cantanti e attori egiziani – per farlo diventare uno strumento adatto all’indie rock. Il modo in cui l’oud si fonde con la sua voce dà vita a un paesaggio sonoro ricco, stratificato e inquietante. Sahar diventa il posto in cui il romanticismo tragico di Jeff Buckley incontra una sensibilità estetica cosmopolita e universalista, una mescolanza di influenze europee, americane e mediorientali.