Tasaday In attesa, nel labirinto Il solo fatto di spingersi oltre il limite umano della sperimentazione non basta a legittimare il risultato se l'ispirazione latita. In passato i Tasaday hanno sempre dimostrato di saper costruire mondi paralleli, rovistando nei suoni di confine per disegnare ambienti impossibili, carichi di battiti poetici e angoscia strumentale. I loro paesaggi post-industriali sono oggi ancora intatti, ma gli echi sonori che li percorrevano sembrano ora inerti e privi di quel romanticismo minimale che li rendeva affascinanti. "In attesa, nel labirinto" è idealmente il seguito de "Con il corpo crivellato di stelle", ma la distanza tra i due lavori è enorme per spessore emotivo. La trama strumentale si svolge sempre sul sottile equilibrio tra improvvisazione assoluta e progettazione razionale, alternando suoni bianchi, sintetizzatori, lunghi droni sintetici, spontaneità post-rock e rumorismo isolazionista. Stavolta però il gioco sembra non riuscire. Tutto si risolve in astrazioni sperimentali fini a loro stesse e incapaci di diventare vettori di significato e costruire una "storia" appassionante come in passato. Da segnalare "Mind Now 2004", brano di chiusura poggiato sulla Parola, che appare come una versione sussurrata, glaciale e minimale dei Massimo Volume. E il fatto stesso che sia possibile separare un brano dal contesto è indicativo di come il disco non abbia la compattezza del precedente lavoro, che appariva un unico racconto atemporale e inscindibile. La stima per i Tasaday resta intatta, forse per questo è lecito attendersi di più da chi ha il dono di manipolare emozioni in territori tanti arditi. www.tasaday.it