TENIA – Pareti di Lana (autoprod. 2005) E mi metto subito a fare il polemico! Non ve la prendete, non sono poi così maligno, in fondo. Solo che… Ai miei tempi… Quando qui era tutta campagna… Uno faceva il suo demo, su cassetta o su cd, lo confezionava più o meno con cura e poi lo recapitava a chi di dovere nella speranza di impressionare positivamente chi si sarebbe poi occupato di darne un giudizio. Oggi invece, con l’avvento del maggico (eeeh…) mondo di internet, c’è chi si sente autorizzato a registrare i suoi brani, preparare una copertina, mettere tutto online ed invitare il recensore a scaricare da sé il tutto. Cioè, la fase ‘procacciamento di materiale audio del quale sparlare’ è tutta a carico di chi scrive, in questo caso del sottoscritto. Ma insomma!! Se non vi va nemmeno di sbattervi a fare un po’ di copie del vostro ‘lavoro’, schiaffarlo dentro una busta e scriverci sopra un indirizzo… Se non va a voi, che questo ‘lavoro’ lo avete realizzato… Perché mai dovrei avere voglia io di impiegare il mio tempo per andare nel vostro sito, scaricare i vostri brani e aggiustarli in un’apposita cartella? Mi scusino i Tenia se sembra che me la stia prendendo solo con loro, ma mi hanno dato un’occasione per parlare di questo malcostume. Al quale di solito rispondevo con un “ma andate a cagare”, ma in questo caso è il grande capo masonna massetti che mi ha chiesto “cagati la tenia”. E allora facciamolo, diamogli un ascolto, lasciando da parte le suddette accidiose questioni. Comincio con qualche nota biografica. I Tenia (il cui nome mi fa venire in mente un simpaticissimo personaggio di “Irréversible”) sono un quintetto di Benevento che esiste dal 1999, ed hanno realizzato qualche altro lavoretto, oltre a questo “Pareti di Lana”, tutti scaricabili dal loro sito www.tenia.it. Approfittatene, se ne avete voglia. Che fanno, sti ragazzi? Si ritrovano nel garage di uno di loro e registrano in presa diretta i loro brani. Nel caso in questione ne ho da ascoltarne tre: “Ancora sotto Vetro”, “Polistirolo” e “Dossi Artificiali”. Dal primo brano traspare quella che immagino essere la loro influenza principale: vale a dire Afterhours, il che si evince anche dai testi e dall’uso della voce, con qualche dolorosa dissonanza di troppo ogni tanto. Impossibile rimanervi indifferenti, come è impossibile rimanere indifferenti alle chitarre che partono e vanno un po’ dove gli pare, tra wah-wah e passaggi solistici che si sentono anche troppo bene, facendoci ben notare tutte le immancaibili imprecisioni: i pro e i contro del registrare ‘live’. “Polistirolo” ha come protagonista assoluta la chitarra: le sue melodie hanno la meglio su una voce che, a differenza del brano precedente, non fa un granché per farsi notare. L’ultimo brano “Dossi Artificiali” è il più semplice, il più diretto, ma anche il più banale e trascurabile. Oserei dire il peggiore, un po’ più tendente al marlenekuntzismo che all’afterhoursanesimo. In generale, posso dire che i Tenia non sono da buttare, anzi. Devono solo avere più cura di loro stessi, delle loro composizioni, della loro esecuzione e del loro sound finale, paradossalmente troppo limpido per le mie orecchie! Contatti: tenia@email.com www.tenia.it