TERENCE TRENT D'ARBY/SANANDA MAITREYA Wildcard Terence Trent D'Arby non c'è più, e al suo posto, sorprendentemente, è arrivato Sananda Maitreya. Terence Trent D'Arby ha cambiato nome, ha cambiato casa discografica, ha cambiato vita, ed ha deciso di tornare sulle scene. «Negli ultimi dieci anni ho attraversato molti cambiamenti», dice oggi Sananda/Terence, «sei anni fa ho scelto questo nuovo nome, e ho iniziato un nuovo percorso. Il nome mi è arrivato in sogno: ho sognato diverse volte di camminare con degli amici che erano angeli e che continuavano a chiamare questo nome. Solo la terza volta che facevo questo sogno ho capito che il nome era il mio. Cambiare nome mi è servito a ristabilire un equilibrio, a curare la mia sofferenza interiore, a mettere tutto in una prospettiva giusta». La prospettiva è quella di un lavoro completamente indipendente, nel quale D'Arby/Sananda si muove a capo di una sua etichetta, senza manager, avvocati, e altre figure professionali stabili, provando a riscrivere le regole dello show business, regole che, secondo Sananda, non lasciano gli artisti liberi di decidere il proprio destino: «Tra la realizzazione del mio primo e del mio secondo disco i responsabili della Sony, l'etichetta per la quale lavoravo, cambiarono. Finii in una situazione simile a quella di George Michael, avevo firmato un contratto con persone che capivano la mia musica e mi trovavo invece a lavorare con persone che non vedevano l'ora di dirmi che cosa dovevo fare come artista. Il mio primo disco vendette tredici milioni di copie, il mio secondo soltanto un milione e mezzo, il che commenta perfettamente la situazione in cui mi trovavo. Ci ho messo quattro anni a liberarmi dal contratto con la Sony, ed ora, con il massimo dell'onestà, della verità di cui sono capace, propongo la mia musica al pubblico, senza filtri, assumendomi tutti i rischi in prima persona. Ma non posso fare altro, non ho scelta, se voglio essere un artista». Ecco arrivare, allora, Wildcard, il primo disco di Sananda Maitreya, il quinto album di Terence Trent D'Arby, dopo sei anni di silenzio. Un buon lavoro che riporta ordine nella musica di D'Arby, dopo gli alti e bassi dei dischi precedenti, soprattutto dell'ultimo modesto Vibrator. In Wildcard tutte le radici del vecchio D'Arby s'incontrano con le tensioni del nuovo Sananda «certamente mi interessa essere percepito come un nuovo artista, ma d'altra parte io credo ancora nel mio passato artistico, sono fiero della musica che ho creato, non voglio rinnegare quello che sono stato». Così in Wildcard ci sono ballate e canzoni, ci sono sprazzi di pura energia, c'è la ricerca di una espressività più profonda e articolata, non solo di un repertorio buono per scalare le classifiche di vendita «ci sono io, con tutto me stesso, il mio cuore e la mia verità. Da quando ho imparato ad accettarmi come Sananda, vivere la mia verità è l'unica cosa che mi interessi davvero. Inoltre mi piace aiutare e incoraggiare altre persone a compiere il mio stesso percorso. Voglio solo che la gente sappia che sono qui per fare musica e, se ci riesco, per far star bene la gente che la ascolta. Non sono qui per fare un po'di spettacolo e prendere soldi. Mi interessa l'onestà, che è la cosa più importante del mio lavoro». Ed ora, dopo l'uscita del disco, il musicista americano si mette alla prova in concerto, accompagnando in tour gli UB40, cercando di far conoscere il nuovo Sananda al pubblico del vecchio Terence Trent D'Arby.