Il concept vede il protagonista sperimentare tutti i valori del tempo. L’attesa e la prospettiva come generatore di ansie per il futuro e ripensamenti del passato (Mentre non riesco a dormire), il tempo che va fatto fruttare e la paura di non impiegarlo al meglio (Bianconiglio), la sensazione di arrivare sempre in ritardo a propri obiettivi (Le cose che voglio), il tempo distorto dei social (Specchio Nero), le verità taciute e immutate nel tempo (Le cose che non posso dire). Il protagonista prova a fuggire queste ansie affondando nelle memorie del passato, ma continua a ritrovarle sotto diverse forme: l’ansia di scappare dal posto dove si è nati per non rimanerci attaccati (Pesce), il tempo che divora anche i sentimenti più profondi (Sale). Torna nel presente in un trip di autoanalisi, provando ad analizzare l'incapacità di vivere la realtà come si presenta (Piuttosto che). La conclusione a cui giunge è che le proprie nevrosi si possono solo accettare e cercare di mitigare, perché alla fine comunque ci si deve svegliare (Alla fine).
"È un disco che parla del tempo, dell’ansia e della morte: come mi è stato fatto notare, quello di cui parla ogni opera d’arte. È un disco che parla del tempo per come ci è stato raccontato negli ultimi decenni: un capitale da gestire e da far fruttare, un’opportunità per aumentare la propria influenza, un rifugio in cui rintanarsi quando il presente ci scontenta. È un disco che prova a raccontare una storia. C’è un eroe, una notte insonne e un obiettivo: riuscire a dormire."