Proprio mentre il Northwest americano consumava tragicamente gli ultimi spasmi della sua più famosa rivoluzione musicale, i Boss Martians venivano fuori con un suono coloratissimo e spumoso, fatto di chitarre riverberate e organi beat, figlio di Surfaris, Paul Revere and The Raiders e Sir Douglas Quintet, esatta antitesi del cupo grondare metal-psichedelico di quegli anni. Grandi! Oggi che il grunge è un ricordo lontano loro sono ancora qui con l' ennesimo disco carico di dinamite surf e beat. Move! mette fuori le consuete e rodate doti del quartetto nel cimentarsi con splendidi strumentali figli di Shadows, Dick Dale e Davie Allen e con grandi numeri di beat energico e solare ottenuando analoghi risultati di coinvolgimento. Personalmente sono questi ultimi quelli che preferisco: l' iniziale She 's in, you 're gone che si apre come Makin' Time dei Creation e si infiamma subito in un beat sparatissimo solcato dal "grande organo" di Nick Contento, la fuoriclasse I want more degna dei migliori Yard Trauma, il boogaloo della title-track, il furioso punk nascosto in fondo alla scaletta, ma la classe che esce fuori da titoli evocativi come The last ride, Trouble on 2 wheels, Chiuahua Del Diablo o Pandilla en motocicleta è ugualmente contagiosa. Uno dei dischi più divertenti dell' anno. www.bossmartians.com