Vengono dalla Germania e con questo loro secondo disco sono tornati dall’oltretomba ancora più cattivi ed affamati. Una maggiore attenzione al songwriting, che all’horror-punk di base aggiunge alcuni elementi metal (“The Beast”), rende lo stile dei Crimson Ghosts più convincente, senza però dimenticare i padri Misfits (“Midnight mayhem”). “Carpe Mortem” è un disco abbastanza eterogeneo nonostante nel suo genere non ci si possa aspettare particolari genialità. Non brilla quindi di originalità il nuovo disco dei Crimson Ghosts ma non risulta nemmeno troppo banale all’ascolto. Diversi sono gli episodi apprezzabili tra cui “Somewhere in a casket”, “The House” e “Patchwork fuckface”. Non mancano neanche la rabbia dei momenti punk più canonici come “Mephisto” e “End of Days”, così come quelli più melodici di “Night of the dead promqueen”. Campane che suonano a morto e voci rantolanti affollano gli intermezzi tra un pezzo e l’altro fino ad arrivare a “Reptile” un finale dal ritornello molto orecchiabile. “Carpe Mortem” è arricchito da un videoclip del brano “Somewhere in a casket” che è anche il singolo che presenta il disco. www.thecrimson-ghosts.de www.myspace.com/crimsonghosts