psych heavy blues. Quello del combo di Baltimora chiamato Flying Eyes è un blues pesante, lisergico, isterico e solo a tratti bizzarro, con un magistrale lavoro delle chitarre riverberate al flanger a guidare le danze. Si tratta di una psichedelia che si allaccia senza troppa convinzione ai recenti True Widow, e in misura più determinante a certo heavy rock dei Settanta spesso giustamente bistrattato, con la voce di Will Kelly ad indossare la maschera del primo Ozzy Osbourne. Niente porcherie tardoadolescenziali però, tranquilli: la cosa buona è che le canzoni filano via velocemente, misurando tutte intorno ai 3 minuti e mezzo. Si ritrovano addirittura tracce di Soundgarden - quelli migliori, quindi di Superunknown (1994) - in "Clouded", forse il pezzo più sentito e emozionale del lotto, e dei più recenti Black Angels nella melodia della paraventa "Sundrop", che tradisce qualche spiraglio di ambizione pop. Si respira aria di Sud e perché no, viene voglia di scomodare i 16 Horsepower quando parte la slide guitar di "Overboard" ad accompagnare la voce del Kelly. Done So Wrong, così si intitola l'album e anche la migliore delle 10 canzoni che lo compongono, è dunque dedicato a chi sa di certo rock principalmente a stelle e strisce da sparare ad alto volume, invero decisamente fuori moda negli ultimi anni. E infatti intendiamoci: un po' di muffa su roba come questa la si trova già un minuto dopo il completamento del mastering, però nel caso dei Flying Eyes la sensazione è quella di un sano e viscerale bisogno di espressione che va al di là del concetto di revivalismo o di quello ancor più criminoso di rifiuto del presente e peggio ancora di tutto ciò che non è anni Settanta. http://www.theflyingeyes.com www.facebook.com/theflyingeyes