THE HALIFAX PIER The Halifax Pier Pesca ancora bene la Temporary Residence; dopo Tarentel, l'ottimo esordio di questo sestetto di Louisville e in pochi giorni la prima tiratura di stampa è andata sold out. Sei tracce semiacustiche deliziate da vellutati accostamenti di archi e chitarre (Untitled); viene facile e istintivo il raffronto con Dirty Three e Rachel's anche se le orchestrazioni qui espresse sembrano meno marcate, con un fare adulatore e soffice. Le parti cantate donna/uomo richiamano a radici ben lontane facendo riaffiorare melodie care a Neil Young e oscuri umori alla Nick Drake senza mai cascare nella depressione. "Halifax Bound" nei suoi dodici minuti dà un quadro completo dell'interpretazione musicale del gruppo, unendo progressioni arpeggiate dal sapore medievale a gaie evoluzioni di violino e violoncello dalle tentazioni folk. Un esordio ben augurante che mostra una evidente vitalità e ispirazione nei gruppi di oltre oceano; chi non sa resistere al richiamo romantico degli archi non può sfuggire a questa grande tentazione