“Infinity Of Now” è teso e inquieto come un groove di The Comet Is Coming che incontra il trip-hop di Tricky (“99% Revolution”), obliquo come le metriche dei Lounge Lizards (“Elephant Walk”) e torvo come un brano dei Portishead (“Light In The Dark”). Ma è anche un tripudio incredibile di personalità e di maestria, dove brani funambolici come “Venom” e “Burning Wooding Ships” rappresentano la quintessenza della fantasia compositiva e della mixitésonora degli Heliocentrics, brulicanti di chitarre elettriche, sintetizzatori, pianoforti, fiati e violini. Consapevoli degli step del loro percorso e delle loro collaborazioni, le influenze della band si sciolgono nel flusso del disco, in cui i brani si susseguono in una drammaturgia scandita con precisione e, allo stesso tempo, con la naturalezza di un’improvvisazione.
Nello stile cosmico-visionario di Sun Ra e con il godimento musicale della familyParliament-Funkadelic di George Clinton, gli Heliocentrics continuano a delineare mondi con un potere evocativo e immaginifico che in “Infinity Of Now” si fa ancora più efficace e magnetico, guidato dalla voce ammaliante della “sirena” Barbora Patkova e denso di immagini che vanno a prendersi quel posto un tempo occupato dai riferimenti musicali.
Quando hai la sensazione di essere dentro “Daunbailò” (1986) di Jim Jarmusch, ti trovi calato nelle stanze di “Vizio di forma” (2014) di Paul Thomas Anderson, per poi sorprenderti dentro “Skyfall” (2012) di Sam Mendes e infine fuggire come in un film di Melvin Van Peebles che ti conduce però negli abissi di una pellicola di Kenneth Anger.