Sleater Kinney The Hot Rock (Matador/Wide) Se il precedente,esplosivo Dig Me Out aveva rivelato le Sleater Kinney come il gruppo più caldo del ‘98 nel panorama indipendente americano (decine di migliaia di copie vendute per un successo inaspettato ma meritatissimo) questo nuovo, strutturato e maturo “The Hot Rock” non potrà che convincere anche i più scettici che ci troviamo in presenza di un gruppo immenso, in grado di coniugare energia, intelligenza ed emotività come quasi nessuno oggi sa fare. Ci sono meno instant hits in questo The Hot Rock rispetto a Dig Me Out ma l’intensità di episodi quali ‘The End of You’, ‘God is a Number’, ‘A Quarter to Three’, ‘Burn Don’t Freeze’ fanno di questo disco un altro tassello apposto dalle Sleater Kinney nella scrittura di un capitolo della storia del rock indipendente che sarà davvero difficile togliersi dalla mente. L’influenza della new wave inglese dei primi anni ottanta (le vocals declamatorie alla Siouxsie/PolyStyrene, le strutture angolose del Pop Group, i groove funkeggianti alla Gang Of Four) si fa sentire più che mai nel suono del terzetto, dando vita ad una raccolta di canzoni complessa e intelligente ma che riesce comunque a non perdere di un’oncia dal punto di vista della comunicativa. Ripeto, questo The Hot Rock è meno esplosivo ed immediato rispetto a Dig Me Out ma alla lunga risulta altrettanto coinvolgente. Chi considerava le Sleater Kinney un gruppo di una sola stagione si accomodi pure. Uno dei migliori dischi di questo inizio di ‘99. Ferruccio Quercetti