Si parte, per dire, con Superpowerless, una Future Starts Slow più dissonante e lo-fi emancipata dal suo ruolo di lato B del 2008 (che quindi ha preceduto il pezzo di Blood Pressures: era retro del 7’’ di Last Day of Magic) per piazzarla come opener. Chi nutre riserve anche per i capitoli maggiori difficilmente apprezzerà; ma, furbi e sbarazzini finché si vuole, certo, VV e Hotel a onor del vero riescono quasi sempre a farsi ascoltare. Anche nelle venti tracce – un po’ troppe, forse – di questa raccolta “minore” che sempre attraverso una combinazione di elementi piuttosto minimal e sporca va dal blues vecchio stile all’electro-rock paleofuturista, da una discreta cover di I Put A Spell On You di Screaming Jay Hawkins tutta rullante e chitarra satura a momenti di indie pop da cameretta (Baby’s Eyes), con l’essenza spray dei Rolling Stones spruzzata un po’ dappertutto (anche nella copertina).