Il duo + n composto da Jason Edmonds e Jeremiah Doering si pone in scia al suono made in Spacemen 3 privato della consistenza a tratti parossistica del wall of sound o dei Velvet timidi che si guardano le scarpe, ma spesso, nei passaggi più bucolici e sospesi, ricorda esperienze fondamentali come Galaxy 500 o minori come gli Skygreen Leopards di Donovan Quinn. Un tentativo di fondere accessibilità “pop” e sperimentalismo free-form, misto a reminiscenze forest folk di matrice new weird america che trova la sua più compiuta forma nelle cullanti dolcezze del trittico d’apertura Death Dreams, Now I’m A Little Cloud e Imaginary Friends o nelle dilatazioni paniche di Ballad Of The Golden Bird – irresistibile crescendo shoegaze tra tamburi e chitarre sixties che riesuma effluvi californiani – e All My Prayers, in cui ad emergere è l’aspetto da pastorale psych-rock in elogio della lentezza che fa la fortuna di bands come i Royal Baths.