Forse qualcuno ricorderà una band sconosciuta, chiamata Psychic Paramount, che tre anni fa fece alcune date in Italia, di supporto a gente come Suicide e Dat Politics. La band in questione si presenta alla sua prima uscita ufficiale solo quest’anno, con questo Gamelan Into The Mink Supernatural, un disco che si prende con ferocia il proprio spazio tra i migliori debutti dell’anno. Provenienti da New York, sono in qualche modo la continuazione degli indimenticati Laddio Bolocko, band di culto della scena math rock anni ’90, che vanta almeno un disco imprescindibile come Strange Warnings. Chiusa quell’esperienza, il chitarrista Drew St. Ivany e il bassista Ben Armstrong decidono di mettersi in proprio. Per il tour di tre anni fa reclutano come batterista l’ex Nmperign, Tatsuya Nakatani, trovando poi la line-up definitiva con Jeff Conaway, già nei Sabers (band con un disco su Neurot). Il risultato finale è un’enfatizzazione spregiudicata degli elementi più ritmici e rumorosi dei Laddio Bolocko, che lascia perdere del tutto le componenti jazz, per un accelerazione continua, stordente, maniacale, che non dà respiro. Nonostante questo, la musica dei newyorkesi, almeno concettualmente, è più vicina al prog e allo space rock, che non al noise delle band su Load (Lightning Bolt, Noxagt, Sightings), anche se qualche inevitabile punto in comune si può facilmente rintracciare. Il brano d’apertura, Megatherion, tasta il terreno sommergendo la melodia, sotto una nebulosa di distorsioni mandate in reverse, in una maniera non dissimile dai My Bloody Valentine. Ma è solo l’introduzione, perché il brano successivo, Para5, incalza con veemenza attraverso un furibondo tappeto percussivo e una chitarra in primo piano che parla gli argomenti classici dell’hard anni ’70, dai Blue Cheer agli Mc5. Echoh Air è solo un oasi di calma apparente, con minacciose mareggiate di feedback chitarristico che preparono l’excursus di X-Visitations, un brano degli Hawkwind brutalizzato dai Boredoms. L’intero canovaccio del disco viene riassunto nella conclusiva title track, che parte quieta e ragionata come se uscisse dalle mani dei King Crimson, per poi andare rapidamente a perdersi in una tempesta di distorsioni da cui non si esce che con le orecchie a pezzi. Gli Psychic Paramount sono encomiabili. Portano tutti gli strumenti alla pazzia e fanno rumore per il puro piacere di farlo, ma facendo bene attenzione a non perdere le tracce di un ipotetico discorso melodico. La colonna sonora ideale per le prossime Guerre Stellari. www.thepsychicparamount.com www.myspace.com/thepsychicparamount