I testi spaziano dalla malattia mentale – topos della band sin dai loro esordi - alla religione mantenendo costanti i riferimenti con un immaginario fantasy e epico (il titolo del disco è ispirato al videogioco Dark Souls), interpretati magistralmente da David Bello e Katie Dvorak i cui intrecci vocali raggiungono una chimica assai più determinante rispetto ai dischi precedenti.
Le tracce sono tutte – tranne forse i due interludi Blank– tra le più alte composizioni del gruppo, con particolare riferimento a tre pilastri per me diventati imprescindibili: Queen Sophie For President che mostra quanto il pop-punk degli anni 90 sia stato un legittimo trampolino affinché nascessero poi cose più ricercate, magari mutuate dal jangle-pop e dall’indie rock come in questo caso; Died In The Prison Of The Holy Office, un meraviglioso esempio di crescendo sonoro, capacità melodica (bellissime le sovrapposizioni vocali) e progressività; Infinite Josh, a mio avviso il pezzo migliore in assoluto mai scritto da loro, che con i suoi 15 minuti consacra il monumento che un gruppo così prolisso aveva bisogno di scrivere col risultato finale di essere estremamente scorrevole e coinvolgente in ogni sua sezione.
Non che nel resto della tracklist non si voli altissimo, essendoci tante cose per cui gioire: le atmosfere dilatate di We Saw Birds Through the Hole in the Ceiling, i virtuosismi chitarristici vicini al math rock di Invading the World of the Guilty as the Spirit of Vengeance, le ritmiche sincopate nelle strofe di Your Brain Is a Rubbermaid, la capacità di suonare più diretti in un singolo come Trouble e di lasciare spazio in chiusura, senza appesantire, a un secondo monumento, questa volta da quasi 20 minuti, come Fewer Afraid.
Se siete fan c’è la possibilità vi sia sfuggito non essendoci stato un grande background pubblicitario o più semplicemente perché dopo ”Always Foreign” pensavate come me che non avessero più molto da dire. Vi stupirà scoprire che questo “Illusory Walls” è invece il capolavoro assoluto dei The World Is A Beautiful Place & i’m no Longer Afraid To Die e che a prescindere da quanto siate d’accordo con questa affermazione è il caso comunque che andiate a buttarci un orecchio.