"To Fade At Dusk" (We Were Never Being Boring) “Scomparire al crepuscolo” è il secondo lavoro dei The Yellow Traffic Light, giovane quartetto torinese intriso di sogni psichedelici in bassa fedeltà. E’ un Ep dalle tinte più oscure, tormentate e frenetiche rispetto al precedente “Dreamless”. I testi dei brani risultano più impegnati e ragionati rispetto all’immediatezza emotiva del primo lavoro. Riflettono su tematiche simili a quelle affrontate nel precedente Ep aggiungendo uno studio più intenso sulla scelta e la forma lirica. Particolare è il testo della seconda canzone “Burger Shot”. Narra la storia di un ragazzo di colore che vive a L.A. l’emarginazione razziale cui non riesce a far fronte, alla quale guarda con occhi assenti, dissolti nella luce pesante del crepuscolo; consapevole di non poter reagire, di non aver un punto di riferimento sociale cui rifarsi e riscattarsi. Egli nasconde la tipica alienazione sociale contemporanea accentuata com’è ovvio da un’esistenza precaria ai bordi della grande città. I suoni riflettono istintivamente tali atmosfere narrative e si fanno nervosi e oscuri, avvolgendo le liriche in un vortice riverberante. Soprattutto per quanto concerne la linea ritmica i bassi e la batteria spingono sull’acceleratore come quasi mai accadeva in “Dreamless” le chitarre seguono su giri melodici altalenanti tra wave, post-punk e kraut-rock (esempio calzante è “Fall” il brano che chiude il disco). Unica pausa è “Burger Shot”: le ritmiche rallentano e le chitarre si tingono di alternative-rock lo-fi dalle timbriche anni 90. Un momento di riflessione prima del finale tambureggiante rappresentato dal singolo “Cole Drives Too Fast” e dalla già citata “Fall” che termina il racconto tra fuzz e feedback mentre la batteria si perde nell’oscurità, sino al silenzio finale.