THEE HAIRY FAIRIES "Electric Fairytales" Dopo la pubblicazione del disco dei fantastici 'surfers' statunitensi The Mount McKinleys ("The Indescribable High Rise Sounds of Today!", dello scorso anno), la svizzera Max Picou ospita ora una versicolore gemma di garage-psych-blues nostrano. Si tratta del nuovo lavoro degli Hairy Fairies, probabilmente mai così lucidi nel mescolare la lezione psych di gruppi come Strawberry Alarm Clock, primi Pink Floyd, addirittura Jefferson Airplane, con evoluzioni blues, appunto, e verbo più ruvidamente cantinaro. Le "Electric Fairytales" mettono sul tavolo un ventaglio di suoni con tutte le credenziali estetiche per intrigare anche l'ascoltatore non ortodosso; il combo riminese dimostra di possedere doti di eclettismo e di intensità davvero non comuni. C'è la coralità di "Ginsengunn", l'esplicito strumentale "Surfin' Sprite '65", la strascicata energia acida di "Mary Jane Leaves", sostenuta da un'elettrica indiavolata, il garage-punk di "1999", le vie folksy ed espansive di "Open Your Mind", per non dire della rilettura sognante di "Sunday Morning" (Velvet Underground). Due chitarre, basso, batteria: può sembrare poco, ma, quando il tutto è insaporito dal talento, è più che abbastanza.