Tia Palomba, milanese di nascita e triestino per amore, è un polistrumentista, muove i primi passi nel mondo della musica nel '95, a 11 anni, studia prima basso elettrico e successivamente contrabbasso, a 16 inizia a suonare dal vivo. È tuttora compositore di jingles pubblicitari, autore di brani e bassista turnista per diverse band, sia in studio che live.
Nel 2020 decide di percorrere la carriera da solista e incide il suo primo disco “The Endless Journey”, un disco intimo e personale, ripieno di amore e speranza: un uomo, che tra paure e sconfitte, sceglie di guardare avanti, al tempo che verrà...
L'apripista del disco è The Journey, una ballata dal ritmo incalzante, parla del viaggio che ognuno di noi fa nella propria vita: convinti di avere a disposizione tutto il tempo che vogliamo, fino a quella mattina in cui ci accorgiamo che il tempo passa inesorabile e l'unica cosa che possiamo fare è andare avanti. In Peace of Mind si parla di pace dei sensi, è un brano dallo spirito folk, le sonorità morbide accompagnano il testo che, pur parlando di morte, è un inno alla vita, mentre, in Down to the river, troviamo sonorità sporche e fangose che viaggiano accarezzate da una chitarra slide, armonica e ritmo pesante. Qualcuno descrive il brano come “paludoso e denso come l'aria della Louisiana”. Till Down è il brano più autobiografico, parla dell'esperienza personale dell'autore nei confronti della vita, anche se stanco continua a camminare, fino alla fine. Circa a metà album troviamo Temporary disguise, una ballata rock sincera e struggente, di quelle che cullano i cuori infranti e fanno innamorare, invece, Letter to Jesus è ispirato agli spiritual americani che non hanno mai smesso di guardare in alto in cerca di speranza. Poi arriva Free, il vero pezzo folk del disco, composto da chitarra acustica, armonica a bocca e tutto l'amore che Tia prova per sua moglie, il brano infatti racconta il loro primo incontro, descrive un momento di libertà.
Bombed Maria è scritta a quattro mani con Tommee Pastori, è l'unica canzone del disco senza una chitarra acustica. Se digitate su google 'bombed Maria' trovate il volto sfigurato di una statua di Maria 'sopravvissuta' dopo il bombardamento di Nagasaki. Il brano racconta quella giornata vista dagli occhi di un uomo, da qui la scelta di non usare l'acustica ma lasciare solamente la pesante distorsione della chitarra elettrica, come a ricordare un grido di dolore di 100.000 voci. L'album si chiude con Insomnia, forse il brano in cui Tia si apre maggiormente, racconta di un periodo pesante nel quale soffriva d'insonnia, a volte non dormiva per 50 ore filate e in quei momenti 'parlava con qualcuno', ma nella realtà ad ascoltarlo non c'era nessuno. Il brano è il dialogo di addio tra l'autore e questa voce 'amica', parte tutto con un riff graffiante e la batteria cavalca per tutto il pezzo come se stesse inseguendo qualcuno.