Tim Hecker è autore di una ricerca peculiare e innovativa. La sua musica, definita talvolta “ambient strutturata”, esplora l’intersezione tra rumore, dissonanza e melodia. Con la quadrilogia composta da “Harmony In Ultraviolet” (2006), “An Imaginary Country” (2009) e, soprattutto, gli acclamati “Ravedeath, 1972” (2011) e “Virgins” (2013) si è imposto come uno degli esponenti di punta della musica elettronica contemporanea, sviluppando un nuovo modo d’intendere il ruolo del suono in termini di impatto fisico e percettivo. L’ultimo “Love Streams” (2016) ha segnato una svolta nel suo sound, maggiormente improntato sulla melodia, il vocal loop e i suoni organici. In questi anni Tim Hecker è arrivato a collaborare con artisti del calibro di Ben Frost e Oneohtrix Point Never, con cui ha lavorato in tandem per l’album “Instrumental Tourist” (2012). Prima di approdare a 4AD ha inciso, fra le altre, per etichette come Room40, Mille Plateaux, FatCat e, soprattutto, Kranky. Collabora stabilmente anche per compagnie di danza contemporanea e come autore di installazioni nell’ambito della sound art. Le sue performance dal vivo toccano i festival più importanti al mondo, come Sonar, Mutek, Primavera Sound, Victoriaville, Vancouver New Music Festival e Transmediale.