JOE PERNICE Big Tobacco Un po' a sorpresa esce questo nuovo lavoro solista di Joe Pernice (Scud Mountain Boys, Pernice Brothers), a breve distanza dal progetto Chappaquiddick Skyline. Se in quel disco dalla copertina blu cobalto era evidente la volontà di allontanarsi da certo pop orchestrale che aveva informato la prima uscita Pernice Brothers ora il processo di riappropriazione di un suono più diretto sembra essere giunto a compimento. L'atmosfera che si respira, senza toccare simili livelli d'intensità, è paragonabile a quella di Massachussets (1996): stessa struggente indolenza, stesso senso di incosciente sospensione, quasi il dolore fosse talmente acuto da richiedere continui interventi anestetizzanti. Una voce sempre distesa, sussurrata e sottilmente increspata per scorrevoli mid-tempo elettro-acustici (Prince Valium), cupe visioni in 2/4 (Bum Leg), ipnotici madrigali (Pipe Bomb), rilassati folk-pop lacerati da squarci elettrici (Hard To Take) e dolcissime fluttuazioni narcolettiche (Second Semester Lesbian). In autunno dovrebbe arrivare il nuovo Pernice Brothers e quelle che ora suonano come intime confessioni acustiche verranno probabilmente rivestite di un pop scintillante e rilucente.