Tony Bennett si esibisce in duetti fin dai tempi di “Songs For Sale”, programma radiofonico e televisivo della CBS datato estate 1950, insieme a Rosemary Clooney. Nel corso della sua carriera ha cantato in concerto con Frank Sinatra, Ella Fitzgerald, Judy Garland, Lena Horne e altri artisti dell'eta' d'oro della canzone pop americana. Nel 2006, anno del suo 80esimo compleanno, e' uscito Duets: An American Classic (vincitore di tre Grammy), contenente performance con artisti come Paul McCartney, Elton John, Barbra Streisand e Bono. Al momento della pubblicazione, il CD e' entrato al terzo posto della Top 10 della classifica “Hot 100” di Billboard, diventando uno dei dischi piu' venduti dell'anno e della carriera di Tony. Duets ha anche ispirato lo speciale televisivo “Tony Bennett: An American Classic” diretto da Rob Marshall, che ha vinto 7 Emmy ed e' risultato il programma piu' premiato all'edizione 2007 degli Emmy Award. Duets II vede la partecipazione di un cast di artisti molto diversi, da Amy Winehouse fino ad Andrea Bocelli, ma, come il primo Duets, e' prodotto da Phil Ramone. Produttore esecutivo del progetto e' Danny Bennett, figlio di Tony nonché suo manager, che commenta: “Il duetto in sé non e' un concetto originale, ma l'idea alla base di questi dischi e' che nessuno sa muoversi tra le eta', le etnie, i generi musicali e l'intreccio di voce maschile e femminile come sa fare Tony Bennett. Per me sono piu' collaborazioni che duetti”. Nonostante la presenza di artisti di generi diversi, la coerenza e il sostegno di Tony sono stati fondamentali per la realizzazione del CD, come notano tutti gli artisti che hanno partecipato. “Il calore e la generosita' artistica di Tony sono stati molto apprezzati da tutti i performer”, conferma Phil Ramone. “Molti hanno dichiarato che lavorare con un tale maestro e' stato uno dei momenti piu' alti della loro carriera, di quelli che si ricordano per sempre”. Le sedute di registrazione sono state filmate dal direttore della fotografia premio Oscar Dion Beebe (Chicago, Memorie di una geisha e Collateral) e sta per essere prodotto un documentario che accompagnera' l'uscita dell'album. “La troupe e lo staff di produzione ci seguivano dappertutto”, ricorda Tony, “e' incredibile quello che hanno fatto per l'incisione con k.d. lang, artista che canta in modo bellissimo ed estremamente espressivo. Hanno creato un meraviglioso muro di velluto blu per il fondale, contribuendo a creare l'atmosfera perfetta per farci cantare 'Blue Velvet', che avevo originariamente inciso nell'estate del 1951. Il set ha decisamente ispirato la nostra performance”. Carrie Underwood ha riscosso grande successo dopo la vittoria ad ”American Idol” nel maggio 2005. Insieme a Tony ha cantato un brano scritto nel 1924, oltre 80 anni prima che fosse proclamata vincitrice del talent, dimostrando non solo la sua maturita' artistica, ma anche l'intramontabilita' di questi standard americani, che suonano ancora freschi. Tony Bennett ha fatto conoscere “It Had To Be You” a una nuova generazione di ascoltatori con l'interpretazione contenuta in MTV Unplugged, che nel 1995 ha vinto il Grammy come Disco dell'Anno. “Ho sempre prestato la massima attenzione al pubblico e a come reagisce alle canzoni che eseguo in concerto”, spiega Bennett, “e ogni volta che canto questo grande classico di Gus Khan, gli spettatori rispondono in modo incredibile. L'adorano!”. Di questo progetto storico, Danny Bennett dice: “e' importante notare che nonostante tutta la tecnologia disponibile, Tony ci teneva a registrare come ha sempre fatto dal 1950... cioe' dal vivo in studio. L'aspetto piu' interessante di questo progetto, soprattutto per gli artisti piu' giovani, era entrare in studio a registrare, senza sovraincisioni né editing: stavano accanto a Tony a incidere dal vivo. E quest'alchimia e' evidente nella collaborazione con Norah Jones”. “Speak Low” fu scritta nel 1943 da uno dei compositori preferiti da Tony, Kurt Weill, e poterla cantare con un'artista di tale spessore e' stata una gioia immensa. “La troupe non ha soltanto immortalato le doti canore di Norah, ma anche la sua bellezza. e' incantevole: ha un viso dolcissimo, che riflette il suo meraviglioso atteggiamento nei confronti della vita”. Grazie al successo internazionale della sua interpretazione di “Stranger In Paradise” del 1953, tratta dallo spettacolo di Broadway Kismet, Tony Bennett fu invitato per la prima volta a tenere concerti in Gran Bretagna. Nella versione 2011 di questa canzone, Tony canta con Andrea Bocelli, l'artista solista che ha venduto piu' dischi nella storia della musica classica. “Che bella esperienza”, dice Tony. “Prima siamo andati a Pisa, a casa di Andrea… Abbiamo dovuto girare il mondo e anche diverse citta' degli Stati Uniti per registrare questi duetti. Andrea ha una casa stupenda con vista sul mare e uno studio casalingo. Mi e' piaciuto tantissimo cantare con lui, e appena abbiamo finito di incidere ci ha invitati tutti a un'indimenticabile cena fatta in casa”. E come osserva Phil Ramone: “La loro registrazione non e' stata una lotta tra due grandi tenori… Sono riusciti a creare un'interpretazione tenera e bellissima”. Nel 1924 i fratelli Gershwin scrissero “The Man I Love”, e le canzoni di George e Ira sono state parte integrante della carriera di Tony. “Tony e' il piu' grande interprete del genio dei Gershwin”, dice Phil Ramone, “ed e' stato meraviglioso guardare e ascoltare Sheryl Crow insieme a lui su questo pezzo”. “Jorge Calandrelli ha scritto un'orchestrazione bellissima per questa incisione”, ricorda Bennett, “e credo che sia veramente riuscito a catturare l'unicita' di George Gershwin come compositore... L'orchestrazione e' classica... e poi Sheryl e io abbiamo cambiato il testo di Ira Gershwin in modo da poter cantare la canzone in duetto. Credo che abbia funzionato alla perfezione”. Se per Duets Tony aveva lavorato con Tim McGraw, il marito di Faith Hill, stavolta era il momento di collaborare con Faith. Come osserva il produttore Ramone: “Alcuni dei nostri piu' grandi cantanti vengono dalla musica country e credo che sia per via della loro genuinita'… e' qualcosa di unico, affine all'approccio che Tony Bennett ha in tutte le cose… Genuinita' totale”. Per Tony questa registrazione e' stata memorabile. “Faith Hill e' una persona speciale e ancora una volta l'abile troupe del documentario ha catturato la sua bellezza. Per la nostra interpretazione di 'The Way You Look Tonight', che Jerome Kern e Dorothy Fields scrissero per Fred Astaire, le hanno fatto indossare un bellissimo abito da sera, e soltanto in questa occasione in tutto il disco mi hanno fatto mettere lo smoking. Poi per lo sfondo hanno creato un maestoso set Art Déco, che e' stato di ispirazione per la nostra performance. Quando abbiamo finito, ho detto a suo marito che Faith Hill e' Frank Sinatra al femminile!''. Tony introdusse “This Is All I Ask” di Gordon Jenkins nel Great American Songbook con la sua interpretazione del 1963, e questo brano lo vede al fianco di Josh Groban. Analizzando le ragioni per cui cosi' tanti giovani performer, tra i quali Groban, sono in grado di regalare performance cosi' straordinarie, Ramone commenta: “e' importante comprendere che buona parte della riuscita deriva dall'interazione con Tony e dalla spontaneita' del rapporto che si crea in studio... Tony li tratta sempre come pari, e' sempre un rapporto da musicista a musicista. Gli artisti ospiti dicono che e' stato molto emozionante vedere Tony reinventarsi continuamente e creare l'ambiente giusto per le performance genuine che sentite su CD… e 'This Is All I Ask' ne e' un perfetto esempio”. Per l'album Astoria: Portrait Of The Artist del 1986, il compositore Charles DeForest scrisse per Tony tre brani originali, tra cui “When Do The Bells Ring For Me”. Per incidere il brano per l'album Duets II, Tony ha scelto Mariah Carey. “e' una cantante piena di talento”, dice Bennett, “e ci ha invitati a raggiungerla nella sua bellissima casa di Los Angeles, dotata di uno studio all'avanguardia. Nel corso della registrazione, che si e' svolta quando era incinta di due gemelli, continuavo a dire che il nostro brano era piu' di un duetto, perché in realta' stavo registrando con tre persone! E la sua performance e' stata sensazionale, da vera fuoriclasse”. Grazie all'interpretazione di Tony Bennett del brano “Who Can I Turn To” del 1964, i compositori Leslie Bricusse e Anthony Newley riscossero grande successo a Broadway con il loro spettacolo The Roar Of The Greasepaint… The Smell Of The Crowd, che conteneva la canzone, e Tony continua a entusiasmare il pubblico quando la esegue in concerto. Queen Latifah era la scelta perfetta: “Se ascoltate con attenzione questa canzone”, spiega Tony, “scoprirete che Queen Latifah ha una voce bellissima. Penso che sia la voce migliore dai tempi di Ella Fitzgerald. Rimarra' in circolazione per parecchio tempo, e' piena di talento. Il suo approccio alle cose e' sicuro e positivo, senza piu' timori. Recitare, cantare… riesce bene in tutto. Ha lo stesso dono per il canto che aveva Ella. La sua voce non ha nulla da invidiare a quella di altre cantanti che conosco”. “Yesterday I Heard The Rain”, che Tony cantava nel 1968, e' un brano messicano con testo in inglese scritto da Gene Lees. Per il duetto, Tony ha scelto Alejandro Sanz, vincitore di 15 Latin Grammy. “Questo e' un esempio di due grandi artisti che creano un disco insieme”, dice il produttore Ramone, “e hanno la stessa passione profonda per la vita e la musica”. Bennett e' rimasto molto colpito da una particolare qualita' di Sanz: “Devo dire che e' una persona molto rilassata… Pensavo di essere io quello rilassato, ma Alejandro e' cosi' calmo che mi rendeva nervoso! Scherzi a parte, quando ha eseguito il brano ci ha messo tutto se stesso. Lavorando con lui ho capito perché e' cosi' amato in America Latina. È stato un piacere lavorare con lui''. Per Tony uno dei dischi migliori di sempre e' “Body And Soul” di Coleman Hawkins, inciso nel 1939. La canzone, scritta dal compositore Johnny Green, gli ricorda la sua gioventu' a New York, quando andava in vari locali jazz sulla 52esima strada (“Swing Street”) a vedere e sentire giganti come Erroll Garner, Stan Getz, Art Tatum, Lester Young e Billie Holiday. Ha pensato che questa canzone sarebbe stata perfetta per collaborare con Amy Winehouse, e l'ha incisa a Londra ai famosi Abbey Road Studios. “Gli artisti della musica pop contemporanea vengono perlopiu' dal rock… ma ecco Amy Winehouse, che ha un senso innato per il jazz. Il suo mito e' Dinah Washington, una delle migliori cantanti che io abbia mai conosciuto in vita mia. Amy era una delle artiste piu' determinate e professionali con cui abbia mai collaborato... piena di talento e molto spontanea. Ci metteva tutta se stessa. Questa sensazione si percepisce in ogni nota che canta su 'Body And Soul'. Mi ha molto colpita con la sua interpretazione, e ha colpito molto tutti quelli che erano presenti”. Ogni giorno di registrazione e' stato entusiasmante, ricorda Danny. “Ogni incisione era come una lectio magistralis per gli artisti ospiti, ed e' per questo che le sedute di registrazione sono state cosi' memorabili”. Prosegue: “Queste incisioni confermano quanto il New York Times aveva dichiarato diversi anni fa: 'Tony Bennett non ha solo colmato il gap generazionale, l'ha addirittura distrutto!'”. L'influenza di Tony e' evidente in molti nuovi artisti che hanno abbracciato lo standard pop, come ad esempio Michael Bublé. “Ogni volta che lavoriamo insieme ci divertiamo tantissimo. Amiamo la musica di Duke Ellington e con 'Don't Get Around Much Anymore' abbiamo potuto utilizzare un meraviglioso arrangiamento di Marion Evans. Abbiamo fatto un paio di take: ognuna diversa, ma tutte stupende e con un bel sapore jazz”. Dal 1950 Tony fa dischi di qualita', ma ha sempre cercato nuovi modi e nuove idee per presentare le canzoni. Spiega Danny: “Io amo dire che Tony non canta mai la stessa canzone piu' di una volta… In altre parole, ogni sera che lo vedete esibirsi e' come se cogliesse un fiore. Ogni performance e' fresca e unica”. Questa capacita' gli e' tornata utile per il duetto con John Mayer. “L'approccio a questa canzone e' stata una vera e propria sfida”, ricorda Bennett, “perché nel corso degli anni la versione di 'One For My Baby' cantata da Frank Sinatra nel 1958 e contenuta nell'album Only The Lonely si e' imposta come la migliore interpretazione del brano di Harold Arlen/Johnny Mercer. La cantava come fosse un brano blues, con un sentimento di vera malinconia insolito per Sinatra, e la cantava con il solo, meraviglioso accompagnamento del pianista Bill Miller. Quando ho iniziato a cantare questa canzone in concerto al Sahara Hotel di Las Vegas, nei primi anni '60, ci ho aggiunto un po' di ritmo, perché non volevo che sembrasse che copiavo la grande versione di Sinatra. Alcuni anni fa guardavo Turner Classic Movies e andava in onda un film di Fred Astaire che non avevo mai visto. Si chiamava Non ti posso dimenticare (The Sky's The Limit) ed e' il film del 1943 in cui Fred Astaire presenta la canzone. Con mia grande e piacevole sorpresa, Fred la cantava con lo stesso tipo di ritmo che usavo io, e l'avevo aggiunto senza aver mai visto il film. È stato bellissimo lavorare con John Mayer. Abbiamo interpretato il ruolo di due amici al bar, magari un po' brilli. Ci siamo divertiti tantissimo e lui e' pieno di talento… Mi piace il suo fraseggio unico e per lui vedo una carriera lunga e luminosa”. Per la prima volta Phil Ramone e' stato testimone di una collaborazione storica, svoltasi a Nashville, tra Willie Nelson e Tony Bennett. ''Trovarsi in uno studio di registrazione con questi due giganti'', racconta Phil, ''e guardare la rilassatezza e l'agio con cui interagivano e' stato uno dei momenti clou di questo progetto”. E per Tony e' stato come incontrare un vecchio amico. “Willie gira gli Stati Uniti in tournée e viaggia in autobus insieme alla sua famiglia. Mi ha gentilmente invitato a bordo a conoscere moglie e figlia, ed e' stato come andare a trovare dei vecchi amici a casa loro. Poi siamo entrati in studio e sono rimasto colpito dalla sua totale genuinita', naturalezza e semplicita'. Quando si esibisce, fa esattamente cio' che il compositore ha in mente. È incredibile come sa dar vita a una canzone, e lo fa senza chissa' quale trucchetto… Canta in modo naturale, mantenendo il tempo naturale della canzone, e da' la giusta atmosfera alle parole. Se siete dei compositori, fate incidere le vostre canzoni a Willie Nelson e avrete un disco perfetto!''. Le sedute di registrazione di Duets II sono state costantemente filmate in modo intimo e non invasivo. “Filmavamo tutto”, spiega Danny, “da quando Tony arrivava fino alla fine della registrazione. Invece di utilizzare microfoni fissi, ho chiesto a tutti di indossare un microfono senza fili, in modo da poter raccogliere tutte le conversazioni. Come avevo sperato, piu' le persone andavano in giro con il microfono acceso, meno impacciate si sentivano e piu' le conversazioni erano spontanee. Vedere Tony Bennett seduto con Natalie Cole e sentirli parlare di Nat King Cole, padre di lei e grande amico di Tony... del tempo trascorso insieme e di quando Nat ha registrato al Capitol Tower Studio vicino all'angolo tra Hollywood e Vine… e' stato meraviglioso. Abbiamo centinaia di ore di materiale che sta diventando qualcosa di speciale e unico”. Per Tony, registrare di nuovo al fianco di Natalie Cole e' stato uno dei momenti piu' intensi. “Una volta ero a un concerto di Luciano Pavarotti a Roma”, ricorda Tony, “e c'era una folla immensa. Natalie Cole era ospite del concerto ed e' salita sul palco col suo swing. Sono rimasto a bocca aperta e ho pensato che fosse una delle piu' grandi nuove cantanti jazz al mondo. Cosi', quando abbiamo inciso una fantastica canzone di Michel LeGrand che avevo presentato per la prima volta nel 1965, intitolata 'Watch What Happens', Natalie ha portato la giusta atmosfera. Devo anche dire che, oltre al talento, Natalie Cole ha anche un bellissimo carattere… Fa parte del suo DNA. Adoro lavorare con lei”. Tony e' andato a Los Angeles, Nashville, New York, Londra e Pisa per incidere Duets II con un ampio cast di artisti che rappresentano molti generi musicali. Phil Ramone ritiene che le sedute di registrazione siano state un successo perché “Tony ha messo tutti a proprio agio, con il suo garbo e la sua tensione verso l'eccellenza nella vita e nella musica”. Per Danny, che lavora al fianco del padre dal 1979, questi momenti rimarranno per sempre impressi nella memoria… “Queste sedute di registrazione sono state cosi' emozionanti, cosi' spontanee… e' successo sempre qualcosa di inaspettato ed e' proprio per questo che sono cosi' memorabili. La spontaneita' e l'energia erano cosi' contagiose che tutti hanno dato il massimo… compresi i componenti della troupe, Phil Ramone, mio fratello Daegal che ha fatto un ottimo lavoro come tecnico del suono, e anche l'accordatore del pianoforte. Tutti si sono sentiti parte integrante del processo di registrazione, grazie all'incredibile spirito di Tony, il suo esigere eccellenza da sé e dagli altri, e la sua curiosa capacita' di essere sempre spontaneo e di mettere tutti a proprio agio''. Per Tony questo album rappresenta forse uno dei regali piu' graditi per il suo 85esimo compleanno, oltre alla buona salute, una bella famiglia e una schiera di fan in tutto il mondo. Questo progetto, infatti, e' il prolungamento del suo costante sforzo di far conoscere ai pubblici di ogni eta' le grandi canzoni di compositori come i fratelli Gershwin, Jerome Kern, Duke Ellington, Harold Arlen e gli altri miti che hanno composto i brani di questo CD. Canzoni che continuano a essere attuali e in cui la nostra anima puo' trovare rifugio. Dopo aver ascoltato il risultato finale dei mesi di peregrinazioni in giro per il mondo, ha commentato: “Collaborando con questi giovani e talentuosi artisti contemporanei per Duets II, ho scoperto che i giovani amano cantare queste splendide canzoni che costituiscono l'American Songbook. È stato un piacere a livello personale e professionale lavorare con loro, e so che le nuove generazioni hanno la possibilita' di vivere queste canzoni”. Nessuno nella musica pop americana incide dischi da tanto tempo quanto Tony Bennett, e al suo livello di eccellenza. L'essenza della sua longevita' artistica e del suo calibro trova le sue radici nella casa della sua infanzia, nel quartiere Astoria del Queens, dove e' nato il 3 agosto 1926. Suo padre muore quando Tony ha 10 anni e sua madre Anna cresce Tony e i fratelli maggiori John e Mary circondandoli dell'amore dei parenti, i primi fan di Tony, che gli infondono coraggio e ottimismo. Frequenta la High School of Industrial Arts di Manhattan, dove continua a coltivare le sue due passioni: il canto e la pittura. Ascoltando la radio, si appassiona a Bing Crosby, Louis Armstrong e James Durante. Adolescente, Tony canta mentre serve ai tavoli come cameriere, dopodiché entra nell'esercito durante la Seconda Guerra Mondiale, e in Europa si esibisce con le bande militari. Successivamente studia canto all'American Theatre Wing School. Nel 1946 Bennett canta per la prima volta in un nightclub, lo Shangri-La di Astoria, insieme al trombonista Tyree Gleen . La grande svolta arriva nel 1949, quando il comico Bob Hope lo nota mentre lavora con Pearl Bailey al Greenwich Village di New York. Come ricorda Bennett, “Bob Hope e' venuto a sentire la mia performance. La mia voce gli piaceva cosi' tanto che dopo il concerto e' venuto a salutarmi in camerino e mi ha detto: 'Dai ragazzino, devi venire al Paramount a cantare con me'. Ma prima mi ha detto che non gli piaceva il mio nome d'arte (Joe Bari) e mi ha chiesto quale fosse il mio vero nome. 'Mi chiamo Anthony Dominick Benedetto', gli dissi, e lui rispose: 'Sarai Tony Bennett'. Ed e' cosi' che e' partito tutto. Un nuovo nome americanizzato, l'inizio di una bellissima carriera e un'avventura gloriosa che va avanti da oltre 60 anni”. Con milioni di dischi venduti nel mondo e dischi d'oro e di platino, Bennett ha ricevuto quindici Grammy e il Grammy Award alla carriera, tra cui un Grammy nel 1995 per il Disco dell'Anno con il suo MTV Unplugged, che ha presentato il maestro americano a una nuova generazione. ''Tony Bennett: An American Classic'', speciale televisivo andato in onda nel 2007 in prima serata, ha vinto sette Emmy. Tony Bennett ha iniziato ad affermarsi grazie a una serie di singoli incisi per la Columbia nei primi anni '50, tra cui le hit ''Because Of You'', ''Rags To Riches'' e un remake di ''Cold, Cold Heart'' di Hank Williams. 24 sue canzoni sono entrate nella Top 40, tra cui “I Wanna Be Around”, “The Good Life”, “Who Can I Turn To (When Nobody Needs Me)” e il brano che l'ha reso famoso, “I Left My Heart In San Francisco”, che il prossimo gennaio 2012 festeggera' il 50esimo anniversario e che gli e' valso due Grammy. Tony Bennett e' uno dei pochi artisti ad avere avuto nuovi album in classifica negli anni '50, '60, '70, '80, '90 e ora anche nei primi due decenni del 21esimo secolo. Ha introdotto una moltitudine di canzoni nel Great American Songbook che da allora sono diventati standard della musica pop. Ha tenuto concerti sold out in giro per il mondo, ottenendo sempre recensioni entusiastiche. Nel 1986 Bennett ha firmato di nuovo con Columbia Records e ha pubblicato The Art Of Excellence, album molto apprezzato dalla critica. Dopo la sua esecuzione mozzafiato di “When Do The Bells Ring For Me” ai Grammy 1991, tratta dall'album Astoria, ha ricevuto una serie di Grammy per dischi come Stepping Out, Perfectly Frank e MTV Unplugged. Nel 2005 gli e' stato conferito il Kennedy Center Honor, nel gennaio 2006 ha ricevuto l'onorificenza National Endowment for the Arts Jazz Master, il premio Citizen of the World dell'ONU e il premio Century Award della rivista Billboard in onore del suo straordinario contributo alla musica. Oltre agli Emmy 2007, Bennett ha anche ricevuto un Emmy e un Cable Ace Award per l'innovativo speciale televisivo “Live By Request… Tony Bennett”, dal particolare formato interattivo: gli spettatori gli richiedevano delle canzoni dal vivo nel corso del programma (la first lady Hillary Clinton ha telefonato per richiedere ''My Funny Valentine''). Il concept, creato dallo stesso Bennett, e' poi diventato un format collaudato del network AandE. Ha pubblicato tre libri: l'autobiografia The Good Life e due libri sui suoi quadri, intitolati Tony Bennett: What My Heart Has Seen e Tony Bennett In The Studio; A Life Of Art and Music. Appassionato d'arte fin da quando era bambino, e' dedito alla pittura. Continua a dipingere ogni giorno, anche quando e' in giro per il mondo in tournée. Ha esposto le sue opere nelle gallerie di tutto il mondo. Le Nazioni Unite gli hanno commissionato due opere, una delle quali per il loro 50esimo anniversario. Il suo quadro Homage To Hockney e' esposto permanentemente al Butler Institute of American Arts, mentre il prestigioso National Arts Club di New York ospita un altro suo dipinto, Boy On Sailboat, Sydney Bay. Inoltre, tre sue opere fanno parte delle collezioni permanenti dello Smithsonian Museum, tra cui il ritratto dell'amico Duke Ellington, entrato nella collezione della National Portrait Gallery nel 2009. Nel corso della carriera, Tony Bennett ha sempre dedicato tempo e attenzione alle cause umanitarie. Ha raccolto milioni di dollari per la Juvenile Diabetes Foundation, la quale ha creato un fondo di ricerca che porta il suo nome. Ogni anno i suoi dipinti impreziosiscono la copertina dei biglietti di auguri della American Cancer Society, il cui ricavato e' destinato alla ricerca sul cancro. e' impegnato attivamente per la tutela dell'ambiente e per la giustizia sociale. Ha marciato con Martin Luther King da Selma a Montgomery per il movimento per i diritti civili, e il Martin Luther King Center di Atlanta gli ha conferito il Salute To Greatness Award per il suo impegno nella lotta contro la discriminazione razziale. Nel 2001 Bennett ha fondato la Frank Sinatra School Of The Arts, e nel 2009 e' stata costruita una struttura permanente all'avanguardia nella sua citta' natale di Astoria, nel Queens. Insieme alla moglie Susan Benedetto ha fondato Exploring The Arts, organizzazione no-profit che sostiene l'educazione artistica nelle scuole pubbliche di New York. Entro l'autunno 2011, Exploring The Arts promuovera' le arti attraverso una partnership con 14 scuole pubbliche in ogni borough della citta' di New York. Oggi il talento di Tony e i traguardi artistici che ha raggiunto sono riconosciuti in tutto il mondo da tutte le generazioni. Recentemente l'ex presidente Bill Clinton ha commentato: “Tony Bennett canta da ormai sette decenni, eppure e' riuscito a mantenere la sua voce unica, con la sua bellezza e la sua estensione, la sua forza e il suo stile, ancora perfettamente intonata. Ma nonostante il suo talento, la sua piu' grande qualita' e' la generosita' d'animo!”. https://tonybennett.com/