“Admission” sarebbe forse più a suo agio tra la nebbia e le piogge della Scozia o al massimo nelle foreste del nordovest degli Stati Uniti. I Torche (come i Floor, band esteticamente gemella siamese, anch’essa con lo stesso frontman Steve Brooks) si riconoscono subito anche quando evolvono. Quindi questi discorsi, forse un po’ stucchevoli, servono solo a far incazzare una band alla quale piace evadere la facile classificazione in un genere specifico.
From Here e What Was sintetizzano una verve punk dall’accento sludge, entrambe in 1 minuto e 30 secondi o poco più, e scorrono, bene o male, senza quasi lasciar traccia. Entrambe stonano, quasi, in un album che fa della lentezza e delle melodie scintillanti i suoi punti di forza. Anche i loro titoli ingannano, ma servono anche da premunitori delle susseguenti influenze stilistiche. Infatti Submission e Slide emettono una massiccia dose di fuzz nell’assolo avvolto nella foschia dello shoegaze.