TRANSCHAMPS Double Exposure "Suonano come una versione mai registrata degli Iron Maiden". Per Phil Manley dei Trans Am (Washington, D.C.), vale come un complimento. Si sa da tempo che il trio nutre una passione malsana per l'hard rock (il progetto Golden lo testimonia), che talvolta trapela tra le progressioni del gruppo. E così si è espresso, dopo avere ascoltato dal vivo nel '97 i Fucking Champs (San Francisco, CA) di Tim Green (Nation of Ulysses). Tra i due è nata un intesa artistica che ha portato solo dopo quattro anni di rudi corteggiamenti, a un album breve che e più di uno split, bensì un lavoro collettivo che ha visto le due rispettive formazioni fondersi in un'unica line up. Risultato è un EP che sta a metà tra una burla e un'operazione concertata. Cavalcate in stile Maiden, riffage alla Kiss (Give It To You ruba qualcosa a Calling Dr. Love), assoli a la Slash, interludi progressivi. Il problema è che a suonare sono i Trans Am. E i Champs. Con quel che ne consegue.