Non appena si inizia ad ascoltare il secondo album deli Trap Them, fin dal brano d'apertura "Fucking Viva" ci si ritrova a sorridere... si è già capito a cosa si sta andando incontro. Quella voce sgraziatissima e quelle chitarre di carta vetrata ci scaraventano subito in una sorta di zona franca posta fra nordamerica e Svezia, tra il quadratissimo crust/hardcore dei vari Cursed e Doomraiser e la celebre scena death-grind svedese, con Entombed e Nasum presi in questo caso come primi punti di riferimento. Il quartetto statunitense va quasi sempre al sodo con tracce brevi e concitate, facendo quindi a meno di esplorare tutti i possibili chiaroscuri che una tale gamma di influenze potrebbe fornire. Tuttavia, con quello che ci propone, la band si dimostra sempre forte di una certa abilità e attenzione, attingendo con furbizia e rispetto, evitando di diventare semplicemente un epigono di chi, ovviamente, rimarrà sempre più grande e carismatico. E così l'assalto frontale di "Targets", le evoluzioni in d-beat di "Angles Anonymous in Transit", l'esaltante finale groovy di "Reincarnation Of Lost Lones" o l'incedere liturgico di "Mission Convincers", sembrano a tratti avere poco da invidiare ad alcune cose dei maestri dichiarati di questi ragazzoni del Massachussets. Ora li aspettiamo in tour, sicuri del fatto che l'impatto sarà di quelli travolgenti. www.myspace.com/trapthem