Tricycles Maurizio Giammarco: sassofoni, flauto ed elettronica Dario Deidda: basso elettrico ed elettronicai John Arnold: batteria ed elettronica Formazione classica del jazz moderno, il trio sax, basso e batteria, codificato da Rollins, Coltrane e Coleman sul finire degli anni ’50, permette ai musicisti di esprimersi al massimo grado, sia sul piano armonico e formale che su quello squisitamente strumentale. Il presente trio tenta di ridefinire i termini di questo tipo di formazione alla luce di un approccio estetico, quale quello attuale, dove gli spunti musicali provengono ormai dalle direzioni più disparate (anche in un ottica di trasversalità storica) e sono usati ed assemblati con disinvoltura. Il suono di Tricycles è il diretto risultato di una lunga e feconda frequentazione umana ed artistica, avviatasi fin dai tempi dell’uscita del libro di Giammarco “Sonny Rollins, lo Zen e l’arte della manutenzione del sax”, (nel 1997 per Nuovi Equilibri) allorquando il trio, a nome del sassofonista, proponeva rivisitazioni rollinsiane. Da allora la naturale compatibilità dei tre musicisti si è evoluta nel tempo muovendosi alla ricerca di una propria identità. Pur attingendo a un vasto repertorio di composizioni originali e classici del jazz, le performances di 3cycles sono ora sempre più caratterizzate da ampi e importanti spazi d’improvvisazione e pianificazione estemporanea: aspetto decisivo nell’economia di un gruppo così ristretto, dove alla fine conta soprattutto il livello d’interazione creativa fra i musicisti. Situazioni musicali programmate si alternano dunque ad altre più sperimentali in un fluido continuum narrativo, alla tessitura del quale contribuiscono in maniera determinante i suoni campionati di John Arnold (batterista di rara energia e sensibilità recentemente appasionatosi anche all’elettronica), le incredibili risorse armoniche e i suoni spesso manipolati del basso elettrico di Dario Deidda (strumento di cui è, senza discussione, uno dei massimi specialisti europei) e le sortite “fuori programma” di Giammarco al sintetizzatore. L'attuale musica di questo trio è dunque il frutto di un lavoro collettivo, dove i ruoli spesso si scambiano, e le invenzioni estemporanee viaggiano su un piano assolutamente paritetico. Dario Deidda Contrabbassista salernitano, si interessa prestissimo alla musica in quanto figlio d’arte. Diplomatosi nell'89 presso il conservatorio cittadino, si dedica nel frattempo con passione anche allo studio del basso elettrico e del pianoforte. Stabilitosi a Roma nel ’92 intensifica la sua attività concertistica e professionale partecipando a varie trasmissioni televisive e dedicandosi all’insegnamento presso le scuole Università della Musica e la St.Louis di Roma, e in altri centri didattici della Campania e della Sicilia. Fra i musicisti italiani ha collaborato con i Noisemaker di Roberto Gatto e con Danilo Rea, Umberto Fiorentino, Rita Marcotulli, Antonello Salis, Enrico Rava, Massimo Urbani, Gegè Telesforo, Tullio De Piscopo, Ettore Fioravanti, Stefano Sabatini, Enrico Pieranunzi e molti altri. Fra gli stranieri Jerry Bergonzi, George Garzone, Kirk Lightsey, Kenny Wheeler, Steve Turre, Lester Bowie, Dave Liebman, Kurt Rosenwinkel, Michel Petrucciani, Mulgrew Miller, Vinnie Colaiuta, Alphonso Johnson e altri ancora. Con alcuni dei musicisti citati Dario ha registrato svariati CD. E' recentemente uscito il suo primo lavoro discografico da leader: "Three From The Ghetto" John Arnold Nato a New York City, John sviluppa molto presto una forte passione per la musica attraverso l'eclettica collezione di dischi della madre (passando da Marvin Gaye e Gato Barbieri alle opere di Puccini e Verdi), ma forse anche per una sorta di predisposizione genetica, essendo suo nonno il grande songwriter Hoagy Carmichael. A tredici anni comincia a suonare il sax alto, passando molto tempo ad ascoltare grandi sassofonisti, ma avendo ricevuto in regalo una vecchia batteria passa decisamente a questo strumento. Poi al seguito della madre si trasferisce a Roma, città che diventa la sua seconda patria. Qui cominciano le sue prime esperienze sul campo, e suona con Chet Baker, Ray Bryant, Barney Kessell, Mike Melillo, Bob Mover, Bob Porcelli, Pepper Adams, Lee Konitz, Sal Nistico, Bob Wilber, Steve Grossman, Tony Scott, Barney Wilen, Massimo Urbani, Maurizio Giammarco, Enrico Pieranunzi, Stefano Di Battista, Flavio Boltro, Franco Cerri, Gianni Basso, Salvatore Bonafede, Dusko Goykovic, Rita Marcotulli, Giovanni Tommaso, Franco Ambrosetti, Antonio Faraò, Dado Moroni, Umberto Fiorentino, Tony Esposito, James Senese, Tullio De Piscopo, Manuel De Sica, Alex Britti e l’orchestra Sinfonica di San Remo. Dopo la morte improvvisa della madre John torna in madre patria dove si perfeziona coi batteristi Andrew Cyrille e Michael Carvin. Durante gli undici anni del suo soggiorno newyorkese effettua numerose collaborazioni e registrazioni coi nomi più prestigiosi della nuova scena jazzistica americana: Kenny Garrett, Gary Thomas, Greg Osby, Michael Formanek, John Abercrombie, Carolyn Leonhart, Paul Bollenback, Matthew Garrison, John Pattitucci, Larry Goldings, Adam Rogers, Gary Smulyan, John Mosca, Kenny Davis, Reggie Washington, Groove Collective, Bill Ware, Rick Margitza, Larry Schneider, Jean Michel Pilc, Gary Poulson e Martha Reeves & the Vendellas. Acquistato un pianoforte nel '96, John sviluppa un profondo interesse per la composizione e forma un suo gruppo, i Black Market, dove confluiscono tutte le influenze musicali assorbite negli anni. La sua prima registrazione come leader -Native Beauty- è del '98 (vi suonano Larry Goldings, Matthew Garrison e il sassofonista Gary Thomas col quale collabora per qualche anno). Nel 2000 esce il suo secondo disco -Opium- (con Thomas, Carolyn Leohart, Kenny Garrett, John Abercrombie, John Pattitucci, Greg Osby e l’artista della “spoken word" Kymbali Craig). E’ da poco uscito il suo nuovo CD Logarhythms, Con Uri Caine, Matthew Garrison e molti altri celebri ospiti. Maurizio Giammarco | Biography | Sassofonista, compositore e arrangiatore. Maurizio Giammarco vanta una carriera ormai ultra trentennale al servizio del Jazz e dell’improvvisazione in tutte le sue molteplici forme. Forte, in primo luogo, di un profondo e appassionato legame con tutta la tradizione del Jazz, il suo percorso artistico è stato parimenti sempre caratterizzato da una sorta di spirito nomade che lo ha spesso portato verso altri territori musicali, nel segno di un'inesauribile volontà di ricerca. Sia sul piano stilistico che compositivo, dunque, l’identità di Giammarco va cercata nella sintesi che egli cerca continuamente di operare sul suo vissuto artistico, per quanto vasto ed eclettico possa sembrare. L'idea di sintesi emerge chiaramente in tutti i suoi attuali progetti musicali: dal quintetto Megatones, dove spicca soprattutto un originale lavoro di composizione, al trio Tricycles con John Arnold e Dario Deidda, aperto alle più svariate contaminazioni; dal quartetto "acustico" diretto insieme al formidabile pianista americano Phil Markowitz, espressione di un jazz molto contemporaneo e raffinato, fino alle performances in solo o in duo con l’artista Claudio Palmieri, che lo hanno visto protagonista in importanti musei e gallerie d’arte nazionali. Infine come attuale direttore artistico della Parco Della Musica Jazz Orchestra (PMJO), Giammarco sta ora esplorando anche la dimensione orchestrale, con progetti originali suoi e altrui. Nato a Pavia nel ’52, ma residente a Roma fin dall’infanzia, Giammarco, folgorato giovanissimo dall’ascolto di Duke Ellington, comincia a suonare il sax ten. a 14 anni. Frequenta più tardi il corso di jazz tenuto da Gaslini a S.Cecilia (Roma-'72), il Creative Music Studio di Karl Berger a Woodstock (USA-‘75), studia armonia col compositore Gino Marinuzzi e sassofono a New York col leggendario didatta Joe Allard. Dal '76 dirige gruppi con cui propone la sua musica, il più importante dei quali, Lingomania (forse la band più famosa degli anni ’80) s’impone nei referendum di Musica Jazz dell'84, '85, '87 e di Guitar Club dell'88 e '89 come miglior gruppo italiano. Importanti anche l’Heart Quartet (attivo dal'93 al '97), La Day After Band (‘90-‘91) e vari Trii. Come sideman ha spaziato in contesti assai diversi: dalle forme più radicali dell'improvvisazione al mainstream; dal jazz-rock (Blue Morning, New Perigeo), al folk progressivo (Canzoniere Del Lazio, Carnascialia). In campo jazzistico collabora con Chet Baker (tour nell’80 e 81), Lester Bowie (in Italia e a New York nel 78 e 79), Gaslini, Vittorini, Pieranunzi, Rava, Giovanni Tommaso, Bruno Tommaso, Paolo Fresu e Miroslav Vitous. Ma ha anche suonato e registrato con Dave Liebman, Aldo Romano, Joe Bowie, Marc Dresser, Joe Diorio, Franco Ambrosetti, George Gruntz, Billy Cobham, Peter Erskine, Marc Johnson, Harvie Swartz, Marvin Smith, Kenny Wheeler, Phil Woods, Toots Thielemans, Dean Johnson, Ron Vincent, Peter Washington, Joe La Barbera, Riccardo Del Fra, Mike Melillo, Art Lande, Jon Faddis, Conte Candoli, Bobby Durham, Daniel Humair, Kim Plainfield, Lincoln Goines, Sagoma Everett, Danny Gottlieb, David Fiuczynski, Tom Harrell e moltissimi altri musicisti italiani e stranieri. Altre sue attività includono didattica (seminari sull’improvvisazione), produzione discografica e concertistica, composizione di musica per teatro, danza, films e CD Roms; arrangiamenti per orchestra sinfonica (per Rava) e orchestra d’archi (per Fresu); collaborazioni come solista in dischi e tournee di musica pop (Fiorella Mannoia, Mina, Nada, Cocciante, M.Martini). Ha scritto un libro su Sonny Rollins edito nel ’97 da Stampa Alternativa. Votato miglior sassofonista italiano nel referendum della rivista Fare Musica nell’81, ha anche vinto nell’84 il premio RAI 1 come musicista jazz dell’anno. E’ presente in più di una sessantina di dischi di Jazz e da alcuni anni è direttore artistico della rassegna Termoli Jazz Podium. Il suo nome compare nella Biographical Encyclopedia Of Jazz di Leonard Feather e Ira Gitler.