Ammetto di avere qualche problema a parlare di questo disco, non per la complessità della materia, invero piuttosto semplice, ma perché stilisticamente e qualitativamente mutevole ed altalenante. L’apertura di Start making Noise è piuttosto incoraggiante: una voce che deve molto a Thom Yorke, arpeggi acustici che si inseriscono su tappeti sintetici in crescendo ed un’atmosfera, per quanto poco originale, abbastanza carica di pathos. La seguente Save Us segue una strada ancora più sintetica e si inserisce nel filone dell’elettrorock mainstream e di qualità. L’imbarazzo personale sale ascoltando il successivo brano, The Liar, giocato sul saliscendi della linea vocale ma che nel ritornello sembra il solito pasticcio elettro-funk-soul buono per le radio commerciali e poco più. Da qui in poi i Trouble Over Tokyo intraprendono un percorso piuttosto incerto, alternando episodi convincenti come la splendida ballata Eyes off Me ad altri spiù che prescindibili, accostabili alla produzione più plastificata di Timbaland e compagni. Dopo ripetuti ascolti non si riesce a capire quale sia la vera natura di un disco troppo cangiante, che si perde in un bicchier d’acqua e ci si chiede quale sia la vera natura della band. In alcuni momenti giureresti che questi ragazzi sono dotati della giusta dose di talento per poter scrivere un disco migliore, poi però viene il dubbio che, essendo carenti le idee, abbiano voluto giocare con sonorità prossime alle grandi produzioni mainstream per raggiungere una piccola fetta di successo. Se l’ipotesi corrispondente a verità fosse quest’ultima non credo comunque che il risultato finale abbia raggiunto il suo scopo, anzi, un disco così pare non andare proprio in nessuna direzione. www.troubleovertokyo.com www.myspace.com/troubleovertokyo