Un’orchestra tascabile, tra imprevedibili derive fresche, verdi e colorate.
Dai bassifondi scuri partono dei beat violacei, sfrangiati dal theremin e dagli archi, che trovano forma nelle voci cristalline delle Varlets, per raccontare storie sgangherate di insonnie ed amori nuovi.
“Believer” è il primo disco di Vale & The Varlet. Due sono le “Vale”, Valeria Sturba (OoopopoiooO, John De Leo) e Valentina Paggio (Duodeno), così come due sono le “Varlet”. Un paggio e un furfante, che si scambiano identità e invertono i ruoli a loro piacimento.
Il disco nasce spontaneamente, per gioco, per passione e per curiosità, registrato nella camera da letto di Valeria con microfoni a forma di idrante e cavi rotti da tenere in bilico, per non farli ronzare.
Da alcune idee piano e voce di Valentina, le due musiciste hanno destrutturato, ricomposto e plasmato, creando canzoni minimal pop, con l’ausilio di tastiere giocattolo, violini, theremin, minisynth, drum pad, percussioni, effettistica in quantità.
Altri brani del disco nascono dalla pura improvvisazione: Valeria lancia un piccolo loop, puntualmente Valentina trova subito la melodia… l’intesa è artisticamente perfetta.
Forte è l’utilizzo della loop station: piccoli anelli che partono a volte da corde pizzicate, da suoni gravi ed elettronici, da un violino suonato a mò di ukulele, oppure da un pianoforte sghembo e saltellante. Ed ogni volta si aggiungono a poco a poco suoni e suonini che vanno a creare un’orchestra formato giocattolo, con la voce cristallina di Valentina che canta e racconta storie surreali, storie di amore, di morte, di alienazione.
Suoni acidi e rumori dal profondo dell’inquietudine si legano a cori angelici: per “Vale & The Varlet” ogni vita, ogni individuo, ha dentro di sé serenità e tormento, e a volte il tormento stesso diventa piacevole e viceversa in una dinamica fluida e costante. Il disco è colorato, fresco e genuino, e piacevolmente autoprodotto. Un lavoro certosino e artigianale, con la preziosa partecipazione di Vincenzo Vasi (voce su Please help me e Only a Man) e Luca Savorani (pandeiro su Alejandro) “Believer” è stato missato da Franco Naddei (Francobeat) al Cosabeat Studio e masterizzato da Giovanni Versari a La Maestà Studio.
Sono due le Vale del duo, come due + due = quattro mani che suonano piano, violino, theremin, e tutto ciò che si percuote e pizzica di elettrico e due, se non tre o quattro (dieci a volte), le loro voci.
“Vale & The Varlet” sono Valentina Paggio al pianoforte, voce e batteria elettronica e Valeria Sturba al violino, theremin, sample keyboards, effetti d’ogni sorta.
Valentina compone, cuce, disfa e ricompone da tempo, da quando nel 2007 forma Duodeno, in coppia con Luca Savorani alla chitarra. Jermaine Lord Struggle (nato dalla collaborazione con Marcello Monduzzi dei Saluti da Saturno) e Valentina e la corte di Zanzibar sono solo alcuni dei suoi progetti, oltre a tante collaborazioni.
Valeria crea e distrugge suoni, sovrappone, scompone, melone e limone; scivola abilmente dagli OoopopoiooO (duo di theremin e strumenti elettroacustici, con Vincenzo Vasi) alle sonorizzazioni di film muti, dai Musicanti di Braina a John De Leo, al free jazz, alle filastrocche.
“Le Varlets” si incontrano a Bologna per la prima volta, in un’aula della scuola Ivan Illich. Si piacciono, si scrutano ma nulla si dicono per mesi, evaporando timidi saluti fino al giorno del saggio, quando la voglia di parlare diventa incontenibile ed esplode all’arrivo dei drink. Dal giorno seguente il progetto nasce: Valeria agghinda le intuizioni pianistiche di Valentina per creare interi mondi attorno a nuove sonorità, che prenderanno vita dalle quattro, forse più, mani sui pomelli e sugli strumenti, a sferruzzar melodie in sala parto. Due anni di registrazioni in casa e finalmente esce “Believer”, dopo una lunga strada fatta di tanti concerti in piccoli spazi tra tastiere in equilibrio su tavoli da caffè, palchi in parquet a scuotere il didietro, palchi che sono strade, serre immerse nel verde.