Ci vuole fantasia anche nel guardarsi indietro, nel cercare quegli spazi ariosi nei quali le chitarre incidevano le loro storie magiche, taglienti e provocatorie, ostinate, frenetiche e rockeggianti, e trasportarli ai nostri giorni, fregandosene del male assurdo di cui essi sono, purtroppo, intrisi. I Verdena, infatti, non strumentalizzano, in alcun modo, queste sonorità , non vogliono usarle per colpevolizzare il presente, non sfruttano il passato per identificare e indicare quelli che, oggi, dovrebbero essere i nostri nemici naturali.Il loro è solamente un altro sogno, criptico e vulnerabile, ingenuo e ammaliante, e come tale va vissuto, va compreso e soprattutto va ascoltato. Abbiamo percorso strade diverse, abbiamo ascoltato voci diverse, abbiamo creduto in idee diverse, abbiamo amato ed odiato musiche diverse ““ dall’alternative-rock degli anni Novanta allo stoner metal, dal noise-rock al punk ““ tentando di intuire quale fosse la verità nascosta dietro le specchio psichedelico delle nostre emozioni più claustrofobiche, eppure, ora, ci ritroviamo ancora qui, tutti assieme, uno davanti all’altro, a significare, forse, che non esiste alcun assoluto nelle narrazioni umane.