River To Back Side” attacca con una visione che si spartisce un ronzio mantrico, campane tibetane e om diafani; quindi emerge un secondo scenario di festa per percussioni sudamericane e canti inudibili, ma con riverberi che ancora assicurano un fascino misterioso. “Spiritual Communications” è invece costruita sul lato elettronico, un contrasto irrisolto tra ostinato oscuro ambientale e un canto filtrato alieno (finora l’idea migliore del progetto), da cui emerge solo un fioco battito dubstep che si protrae per minuti, finché appare un florilegio che risuona un po’ fuga di Bach e un po’ cornamusa: uno spunto molto interessante ma poco valorizzato nel brano.