"CELESTINO"
In un mondo che ci obbliga all'eccellenza fare schifo è un gesto rivoluzionario”. Con questa scritta sul muro, fonte anonima o sconosciuta, di certo non approfondita, si apre il manifesto programmatico dell'immaginario descritto da “Celestino”, il nuovo disco delle Visioni di Cody.
Autofinanziato ed autoprodotto, “Celestino” è un disco libero da ogni vincolo. Musicalmente e semanticamente va per la sua strada e definisce al meglio, dopo un viaggio di più di dieci anni, lo stile delle Visioni di Cody. Una miscela di rock, punk e canzoni elettricamente pop che in questo nuovo lavoro si è affinata nei suoni e nella scrittura – anche grazie all'apporto di due amici, nonché stimati musicisti, come Michele Bertoni e Franco Naddei – ma non è diventata matura. Anzi: continua ad essere acerba, giovane, nuova, con un sapore aspro e fortissimo.
Le canzoni di “Celestino” procedono senza fronzoli e in una maniera molto comprensibile, attraverso caldi abbracci di echi e riverberi, fra il cullarsi di ballads ed il ritmo sostenuto di pezzi alt-rock. La vicenda ed il mondo vengono narrati così come sono: attraverso una descrizione “impressionistica” di sentimenti in primis, di situazioni, vicende, personaggi, paesi e città in cui si incrociano i destini di questa storia e del contesto che circonda il giovane protagonista.
Celestin senza paura è infatti un ventenne che ascolta i Sonic Youth e va ai concerti, non va in palestra e non ama il pallone. Studia Storia contemporanea e si avventura sotto ai portici di Bologna. Poco attento ai social network è un puro, e a figa si sente spacciato. Tutto questo è già successo, tanto che le linee percorse sembra siano già state segnate. Binari che portano a una leggerezza d'animo, porte dei bar che si aprono, goliardi che si inginocchiano, ricotta, occhialetti, personaggi improbabili e futuro zero. Il domani non è un problema, non lo è adesso perché non è l'adesso e quindi sì, un problema non lo è mai stato.
Il disco raccoglie queste storie sorprendentemente portate avanti di generazione in generazione e, mentre la cultura e la società vengono sempre di più denigrate, omologate e spinte ad un livello successivo che incute timore, Celestino libero resiste, “Giusto fra le nazioni”, testimone di una realtà piccola che non vuole sparire. La sua è una storia di opposizione quotidiana, ma anche di bus come grandi biscioni, Alda Merini che diventa “Lana Merinos”, riposini sulla chaise loungue, Beppino, Alessia, i fascisti, Chet Baker. E quei “Bravi, giovani, cannibali” dinanzi ai quali anche a Cele sale un po' di voglia di sbranare. Ma poi si alza, si ricorda che ha qualcosa da fare e incomincia a camminare verso una meta. Mentre le sue gambe si allungano per aiutarlo ad arrivare prima.