Il sesto album dei Weeed, "You Are The Sky", vede il quintetto di Portland (Oregon) lasciare molto del suo passato sonoro per offrire una narrazione amante di se stessa e introspettiva, intessuta di sorprendenti arrangiamenti che catturano l'orecchio. Nel corso dell'ultimo anno una metamorfosi ha avuto luogo all'interno del gruppo, dove due batteristi sono diventati tre e un cantante è diventato padre. La narrazione lirica è cambiata in un esaltante mantra beatificato e la musica in un rimando ai suoni inspiegabili di CAN, King Gizz, Faust e Spacemen 3. “You Are the Sky” si apre con la nomen omen "Opening", un'ascesa di loop, droni e infilate di flauto fantasmatiche, da cui la chitarra introduce un malinconico ritornello e la band entra in un groove poliritmico che mette in mostra la sua familiarità con l'improvvisazione. Velocemente, tuttavia, quella forma libera si scioglie, con dolcezza, nella voce scintillante e nello swing contagioso di "I See You", apripista dei brani più finemente cesellati che stanno per arrivare. "Where Did You Go", per esempio, spinge un ritmo in 4/4 attraverso un labirinto ben strutturato di curve veloci e accenti stretti, crescendo improvvisamente in un'esplosiva, folle jam di percussioni. Allo stesso modo si muove il massiccio zigzag della title track, attraverso tempos, interruzioni melodiche e pesanti eruzioni scintillanti.
I Weeed sono diventati una spugna della scena psichedelica americana nel corso dei suoi 10 anni di attività. In questo periodo hanno trovato la giusta dimensione dove l'improvvisazione può coesistere con composizioni sicure e sofisticate, creando un suono del tutto loro. Hanno suonato centinaia di concerti in tutti gli Stati Uniti, Messico e Canada, condividendo il palco con Earth, Om, Acid Mothers Temple, Dead Meadow, Wand, Connan Mockasin, Kikagaku Moyo, All Them Witches, Shannon and the Clams, L.A. Witch e molti altri. “You Are The Sky” è di gran lunga il loro disco più accessibile fino a oggi, grazie all’accattivante varietà dei ritmi, alle armonie pulsanti e alla scrittura più focalizzata.